Nuova pace fiscale 2026: chi potrà pagare solo parte del debito, senza sanzioni né interessi
- Postato il 5 agosto 2025
- Di Panorama
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La macchina della pace fiscale torna a muoversi, e il 2026 potrebbe segnare l’arrivo di una sanatoria inedita, più selettiva e a due velocità. Il progetto in discussione al Ministero dell’Economia punta a ridurre il peso delle cartelle esattoriali e, allo stesso tempo, a evitare nuovi condoni generalizzati. In gioco ci sono tre possibili strumenti: una rottamazione quinquies con accesso limitato, un saldo e stralcio per debiti minori e lo stralcio automatico delle cartelle ormai inesigibili.
Rottamazione quinquies: 10 anni di rate, ma solo oltre i 50mila euro
Non sarà una rottamazione per tutti. Il nuovo piano prevede la possibilità di dilazionare i debiti superiori a 50.000 euro in 120 rate mensili, pari a 10 anni, ma con una maxi-rata iniziale del 5% per garantire un rientro rapido nelle casse dello Stato. Un meccanismo pensato per chi è realmente in difficoltà, evitando di replicare i condoni indiscriminati delle passate edizioni. L’accesso riguarderebbe le cartelle maturate tra il 2000 e il 2023, ma con paletti più rigidi rispetto al passato.
Saldo e stralcio: l’occasione per chi ha debiti piccoli e redditi bassi
Accanto alla rottamazione, torna l’ipotesi di un saldo e stralcio semplificato. La misura, già testata nel 2019, consentirebbe a chi ha debiti di importo ridotto – inferiori a 1.000 o 5.000 euro – e condizioni economiche critiche di chiudere la partita col Fisco pagando solo una parte del dovuto, senza sanzioni né interessi. Una strada che permetterebbe di alleggerire il carico amministrativo di migliaia di micro-cartelle difficilmente esigibili.
Stralcio automatico: l’ipotesi per eliminare i debiti inesigibili
Sul tavolo anche la proposta dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio: cancellare in modo definitivo i crediti di piccola entità ormai impossibili da recuperare. Il 94% delle cartelle non supera i 5.000 euro, e un discarico mirato potrebbe liberare risorse per la riscossione di importi più rilevanti. La Commissione Benedetti al MEF definirà entro fine 2025 i criteri per questa operazione di pulizia fiscale strutturale.
L’autunno sarà decisivo: il Parlamento dovrà incastrare la pace fiscale 2026 tra le esigenze dei contribuenti, i vincoli di bilancio e le richieste dell’Unione Europea.