Nuova diga, Bucci conferma i tempi: “Tutta pronta entro inizio 2028, siamo comunque in anticipo”
- Postato il 13 maggio 2025
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- Di Genova24
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Genova. “La fase A della nuova diga sarà completata entro fine 2027. La fase B, con cui andremo in gara appena arriverà il foglio del Mit che autorizza gli ultimi 142 milioni, sarà completata a fine 2027, al massimo nel primo quadrimestre del 2028. In caso siamo sempre in anticipo di tre anni“. Così il presidente ligure e commissario straordinario Marco Bucci, al termine di una commissione definita “surreale” dall’opposizione dopo settimane di polemiche sul mancato confronto, conferma i tempi per la realizzazione della grande opera (nonostante i documenti ufficiali consultabili dicano altro) e assicura che “va tutto bene” perché “tutte le obiezioni sono state risolte brillantemente”.
Al momento sono sette i cassoni posati sul fondale davanti a Sampierdarena, corrispondenti all’8% del totale. Il blanket, cioè lo strato posato sul fondale, è pronto all’80%, le colonne di ghiaia (che dovranno essere portate da 6 a 12 metri) sono arrivate al 45%, lo scanno è all’11%, i riempimenti dei cassoni (ultima fase di lavorazione) sono appena al 3%. L’ultimo cassone della fase A dovrà essere posato a luglio 2027, secondo il cronoprogramma attuale.
Per coprire gli extra costi, attribuibili secondo Bucci alla variante sulle colonne (per la fase A) e all’aumento dei prezzi delle materie prime (per la fase B), sono disponibili 302 milioni che il governatore ha ottenuto con una missione a Roma negli ultimi giorni. Soldi che arriveranno a Genova grazie al definanziamento temporaneo di altri progetti in ritardo che saranno poi rimpinguati dal Mef. Il totale delle risorse disponibili ammonta così a 1,55 miliardi di euro – conteggio riferito dal commissario – di cui 500 milioni dal piano complementare al Pnrr.
L’avvio del bando per la seconda fase, che sarà una procedura di gara europea senza godere dei benefici previsti dal regime commissariale, è stato rimandato più volte dall’inizio del 2025. Dopodiché i tempi sono definiti: “Saranno 60 giorni di gara, 30 giorni per l’assegnazione, magari altri 15 giorni per la stipula del contratto. Io voglio partire appena arriva la lettera del Mit. Se la lettera arriva la settimana prossima, partiamo la settimana prossima“, assicura il governatore.
Nella commissione consiliare, convocata stamattina alle 7.45 su richiesta dello stesso Bucci (che ha partecipato in qualità di commissario e non come presidente della Regione) dopo settimane di pressing dell’opposizione, sono stati affrontati anche i numerosi dubbi sulle difficoltà tecniche del progetto, oltre che su tempi e finanziamenti.
Ma l’unica incertezza, a sentire il governatore, riguarderebbe oggi i nuovi cassoni da 66 metri che potrebbero mostrare problemi in fase di costruzione. “A luglio avremo la certezza che il cassero funziona”, spiega. Smentite invece le dichiarazioni alla stampa del viceministro Edoardo Rixi secondo cui potrebbe essere necessario rifare i cassoni già posati: “Non è vero – risponde Bucci -. Le riparazioni si possono fare, cioè mettere il cemento dove si è staccato“. E sui dubbi di Anac rispetto ai costi aumentati per le colonne di ghiaia da rinforzare – criticità paventate fin dall’inizio dal super esperto Piero Silva, che rinunciò poi alla consulenza – il commissario taglia corto: “Sarei stato capace anch’io di fare la diga a 30 metri di profondità se mi avessero consentito di buttare giù quella vecchia, ma la Soprintendenza non me lo ha lasciato fare”.
Nel mirino della minoranza, e in particolare del Pd, la norma che prevede autorizzazioni regionali molto più semplici e veloci per i riempimenti dei cassoni. Servono 2,4 milioni di metri cubi di materiale, reperibili dallo smarino del tunnel subportuale ma anche dai dragaggi del porto. Il fatto che siano Arpal, Asl e la Regione stessa gli organi deputati a dare il via libera, in presenza di Bucci nel doppio ruolo di commissario e governatore, è ritenuto fonte di possibili conflitti di interesse. “Ma sono persone che sono molto collegare con l’autorità giudiziaria: se tu provi a orientare un giudizio arriva immediatamente alla segnalazione in Procura, quindi non lo faremo mai “, replica il presidente.
Resta da capire anche dove verranno costruiti i cassoni della fase B, che “dovrà procedere in parallelo”, ma potrebbe essere appaltata a un consorzio diverso da PerGenova Breakwater. “Se vinceranno gli stessi saranno fatti a Vado anche quelli, altrimenti si metteranno d’accordo o li faranno da un’altra parte. Sapete che un cassone si può portare anche dalla Spagna, anche dalla Sardegna, da qualunque altro posto. Basta che ci sia la profondità per farla, perché il cassone per 33 metri deve andare giù”.
Il tema si è poi spostato nell’aula del Consiglio, dove gli esponenti della minoranza hanno presentato altre sei interrogazioni. Per la maggior parte delle risposte Bucci ha rinviato al sito della struttura commissariale, ritenendo di averle già fornite nell’apposita commissione.
“Una commissione surreale senza nessun documento, né del commissario né della struttura tecnica – commenta però Simone D’Angelo del Pd -. Ci sono certezze molto basse rispetto al prosieguo dell’opera. Il tema inquieta rispetto alla modalità con cui viene affrontato. Da settimane viene chiesta chiarezza”. “Oggi in commissione le risposte non le abbiamo avute – lamenta Selena Candia, capogruppo di Avs -. Non riusciamo a capire quale sia il ritardo della prima fase e leggiamo persone autorevoli che confermano i dubbi di Anac sugli extra costi per i fondali fangosi”.