Nuova class action contro Apple: così ha ingannato gli utenti

  • Postato il 22 giugno 2025
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Il colosso americano ha ingannato gli utenti? Una nuova class action imbarazza Apple: accuse pesantissime, cosa sta accadendo.

Una nuova class action contro Apple si è aperta nel tribunale federale della California settentrionale, mettendo sotto accusa il colosso di Cupertino per presunte gravi inadempienze nella gestione della sicurezza del suo negozio digitale, l’App Store.

Al centro del contendere, la diffusione di un’applicazione truffaldina chiamata Swiftcrypt, che avrebbe ingannato migliaia di utenti con una frode sofisticata nel settore delle criptovalute.

La frode “pig butchering” e il ruolo di Swiftcrypt

Swiftcrypt si presentava come una piattaforma legittima per il trading di criptovalute, attirando gli investitori con promesse di guadagni facili e rapidi. In realtà, si trattava di un meccanismo fraudolento noto come “pig butchering” o “macellazione del maiale”: una truffa che consiste nell’instaurare un rapporto di fiducia con la vittima, spingendola a versare progressivamente somme sempre più ingenti. Quando il capitale raggiunge un livello considerevole, i truffatori svaniscono, lasciando gli investitori senza alcuna possibilità di recuperare il denaro. Tra le vittime più rappresentative figura Danyell Shin, promotrice della class action. Nel corso del 2024, dopo essere stata introdotta all’app tramite un gruppo online di investimento, Shin ha scaricato Swiftcrypt sul suo iPhone, convinta dalla reputazione di sicurezza garantita da Apple.

Ha così investito oltre 74.000 euro (circa 80.000 dollari), per poi vedere il suo capitale sparire quando l’app ha smesso improvvisamente di funzionare. Secondo l’accusa, la comunicazione e il marketing di Apple hanno avuto un ruolo centrale nel creare un falso senso di sicurezza tra gli utenti. La società avrebbe infatti promosso l’App Store come un ambiente rigorosamente controllato, con processi di revisione delle app, sistemi di rilevazione delle frodi e garanzie di sicurezza all’avanguardia. Tuttavia, nel caso di Swiftcrypt, queste affermazioni si sarebbero rivelate “false e fuorvianti”.

I documenti legali rivelano che, nonostante le politiche di Apple impongano rigorose verifiche per le applicazioni legate alle criptovalute, inclusa la richiesta di licenze specifiche e la conformità a normative di settore, tali regole non sarebbero state applicate correttamente. Swiftcrypt, dunque, non avrebbe mai dovuto superare i controlli interni e finire pubblicata sull’App Store. L’azione legale non si limita a contestare la perdita economica subita dagli utenti, ma mette in discussione la stessa narrazione di sicurezza che Apple ha costruito intorno al suo ecosistema digitale. Secondo i querelanti, questa narrazione risulterebbe ingannevole e in violazione delle normative californiane a tutela dei consumatori.

Apple Store
Accuse pesantissime per Apple: parte una nuova class action – Blitzquotidiano.it

Viene inoltre ipotizzato che gli utenti abbiano pagato un prezzo eccessivo per i loro iPhone, in quanto parte del valore attribuito ai dispositivi derivava proprio dalla presunta sicurezza garantita da Apple. Oltre alla richiesta di risarcimento per i danni finanziari subiti, i promotori della class action chiedono che Apple intraprenda una campagna pubblicitaria correttiva. Lo scopo sarebbe quello di correggere la percezione diffusa e errata della sicurezza dell’App Store, garantendo maggiore trasparenza e responsabilità nella gestione delle applicazioni. Questa vicenda si inserisce in un contesto più ampio di crescente attenzione verso la sicurezza digitale e la responsabilità delle piattaforme tech nel prevenire le frodi online.

La battaglia legale contro Apple potrebbe rappresentare un precedente importante per tutti gli utenti che si affidano quotidianamente agli store digitali per scaricare app e servizi essenziali. Un aggiornamento importante riguarda le recenti modifiche introdotte da Apple nel 2025, con l’implementazione di controlli più stringenti sulle app relative a criptovalute e investimenti finanziari. Tuttavia, come dimostra il caso di Swiftcrypt, la piena efficacia di tali misure deve ancora essere valutata, lasciando aperto il dibattito sul bilanciamento tra innovazione, sicurezza e tutela del consumatore nel mondo digitale.

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Autore
Blitz

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