“Nun me scetà”: Fanali rilegge i classici napoletani tra elettronica, post-rock e tradizione

  • Postato il 8 novembre 2025
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“Nun me scetà”: Fanali rilegge i classici napoletani tra elettronica, post-rock e tradizione

Con “Nun me scetà – Fanali plays Sergio Bruni e Roberto Murolo”, il trio Fanali si confronta con l’eredità di due leggende della musica napoletana, rileggendo dieci classici della tradizione partenopea in chiave elettronica e post-rock. L’album diventa così un ponte tra passato e presente.


C’è una Napoli che vibra ancora nei ricordi delle sue canzoni più belle. C’è una Napoli che respira tra archi, note sospese e armonie perfette. E c’è il presente, che arriva come un’onda elettronica a bagnare quelle stesse melodie di Bruni e Murolo, rinnovandole senza tradirle. Questo incontro tra passato e futuro prende forma nell’ultimo lavoro del trio Fanali, “Nun me scetà – Fanali plays Sergio Bruni e Roberto Murolo”, pubblicato ieri, venerdì 7 novembre, da Phonotype Records, la più antica casa discografica italiana.

“Nun me scetà”: il nuovo disco del trio Fanali

Registrato nello storico Auditorium Novecento di Napoli, luogo simbolo della cultura musicale napoletana, l’album è un’esperienza sensoriale unica. Brani come Voce ’e notte, Amaro è ’o bene e Carmela vengono reinventati senza tradire l’essenza originale, grazie a una tavolozza sonora che mescola elettronica, post-rock e art-rock, con atmosfere talvolta eteree e sospese. La voce di Caterina Bianco si propone per la prima volta come solista, in un registro sommesso che rende omaggio alla sensibilità di Murolo, ma con un approccio personale e contemporaneo.

A impreziosire questo dialogo tra tradizione e innovazione ci sono ospiti d’eccezione della scena musicale napoletana: Altea dei Thru Collected in Amaro è ’o Bene, Roberto Colella de La Maschera in ’Na Bruna e Dario Sansone dei Foja in Carmela. Fanali racconta: «Le prime immagini che ci sono venute in mente registrando questi classici erano quelle di una Napoli che vive ad un’altra velocità, dove l’amore e la morte si vivono con una profondità diversa. Abbiamo voluto far collimare quella profondità con il ritmo e la musica contemporanea che ci ha cresciuto». Ed è esattamente quello che accade ascoltando “Nun me scetà”: un ponte tra generazioni, tra sensibilità antica e nuove vibrazioni sonore.

“Nun me scetà”: Fanali rilegge i classici napoletani tra elettronica, post-rock e tradizione

L’album rappresenta un’operazione cruciale nella carriera del trio, che già in passato si era cimentato in progetti simili, dalla sonorizzazione del film “L’uomo con la macchina da presa” di Dziga Vertov (2021) all’omaggio a Lou Reed con “Pale Blue Eyes” (2023). Il percorso verso “Nun me scetà” iniziò nell’autunno 2023, quando Fanali partecipò alla rassegna #classicocontemporaneo, organizzata dal Gruppo Acta e finanziata dal Comune di Napoli nell’ambito del programma “Napoli Città della Musica”. In quell’occasione, il trio rilesse dal vivo dieci brani portati al successo da Bruni e Murolo, sfidandosi a reinterpretare canzoni tra le più belle della tradizione napoletana in tempi brevi, con versioni rispettose ma personali. L’entusiasmo generato dal concerto portò alla decisione di immortalare quelle reinterpretazioni su disco, scegliendo come sede di registrazione lo stesso Auditorium Novecento dove gran parte delle melodie della tradizione erano state originariamente eseguite.

La cura per il dettaglio si estende anche al registro vocale e alla produzione: «Abbiamo approcciato queste canzoni con il massimo rispetto e attenzione, consapevoli della perfezione armonica e della bellezza testuale difficilmente replicabili. Era stimolante, ma il rischio di errore era alto. Abbiamo scelto tonalità che valorizzassero la voce in napoletano di Caterina, in modo che le linee vocali rimanessero intatte e la suonabilità in trio dal vivo fosse ottimale, senza cadere nella tentazione dell’overproducing», spiega il gruppo.

La videoinstallazione in bianco e nero

Ma “Nun me scetà” non si limita all’esperienza sonora: il progetto si completa con “Play”, una videoinstallazione in bianco e nero della videoartista Sabrina Cirillo, al confine tra performance art e improvvisazione, che documenta le interazioni di Francesca Diletta Iavarone con gli stimoli creati dalla regista, trasformando l’album in un’esperienza multimediale completa.

Il live del trio Fanali

Il percorso live del progetto vedrà due date di presentazione: il 12 dicembre da Germi a Milano (Via Cicco Simonetta, 14/A) e il 27 dicembre in Auditorium Novecento a Napoli (Via Enrico De Marinis, 4), riportando le canzoni al loro luogo d’origine e creando un dialogo diretto tra il pubblico, la memoria musicale e l’innovazione contemporanea.

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