Nucleare europeo, Berlino accelera: cresce il sostegno, ma a che prezzo?

  • Postato il 24 giugno 2025
  • Di Panorama
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Attenzione ai risparmi, dalla Germania arriva aria di programma nucleare europeo da far pagare a tutti. Secondo i risultati di un sondaggio apparso lunedì sulla stampa nazionale quasi due terzi dei tedeschi sostiene l’idea di un deterrente nucleare europeo indipendente dagli Stati Uniti. Si tratta di un netto cambiamento nell’opinione pubblicaa fronte delle crescenti preoccupazioni sull’impegno americano in Europa. Il sondaggio ha rilevato che il 64% dei teutonici è favorevole a possedere un sistema nucleare europeo indipendente da Washington, con un sostegno che abbraccia fasce d’età, regioni e partiti politici, trovando un consenso insolito rispetto a quanto tradizionalmente mostrato nei dibattiti politici tedeschi.

Resta da capire quanto ci sarebbe di francese in un progetto così ambizioso, quanti soldi potrebbero essere necessari e soprattutto chi li spenderebbe, poiché non sarebbe la prima volta che Berlino costringesse la Comunità Europea a mettere sul piatto fondi dei suoi cittadini. Del resto, uno dei mentre della seconda Commissione Ursula vorrebbe aggredire il risparmio dei privati, con l’Italia tra le nazioni che ne hanno di più.

Un sondaggio che cambia gli equilibri strategici europei

Il sondaggio tedesco è stato condotto dall’autorevole istituto Forsa e commissionato dalla rivista Internationale Politik, che lo ha proposto a metà giugno, prima degli attacchi statunitensi contro gli impianti nucleari iraniani, come riporta l’agenzia di stampa tedesca Dpa che ha pubblicato i risultati. Per poter raggiungere un così importante risultato il cancelliere Friedrich Merz aveva già manifestato la sua intenzione di proseguire i colloqui con Francia e Gran Bretagna sullo sviluppo di una strategia nucleare collettiva per l’Europa, e questo accadeva mentre era ancora in campagna elettorale, lo scorso anno. In quel momento un primo sondaggio, realizzato a marzo, mostrava che il 54% dei tedeschi favorevoli all’avvio di tali colloqui.

I risultati rivelano una posizione tedesca complessa sulla deterrenza nucleare. Pur abbracciando una soluzione europea, i cittadini delle Repubblica Federale rimangono contrari allo sviluppo di armi atomiche proprie da parte del loro Paese, con il 64% che, a marzo, aveva respinto l’idea di costruire una bomba tedesca. Ciò suggerisce che il sostegno pubblico risieda nella partecipazione a un accordo europeo piuttosto che nel fatto che Berlino faccia il passo da sola, e questo deve mettere noi italiani in allerta.

Chi paga e chi guadagna da una difesa nucleare europea?

Analizzando i nuovi risultati del sondaggio, essi riflettono la crescente ansia per il disimpegno del presidente Donald Trump nei confronti della sicurezza europea, in particolare il timore che possa ritirare gli Stati Uniti dal loro ruolo guida nella Nato. Attualmente gli Usa estendono il loro ombrello nucleare sull’Europa con bombe nucleari di loro proprietà dislocate in Germania, Belgio, Paesi Bassi e Italia. E fuori dalla Ue nel Regno Unito.

Fino all’invasione russa dell’Ucraina un’ampia maggioranza dei tedeschi era scettica nei confronti delle armi americanedislocate nel loro Paese. Allo stesso tempo, tuttavia, si sono fatte sempre più forti le voci a favore di un certo grado di autonomia strategica europea. Nel marzo scorso il 69% dei tedeschi sosteneva la creazione di un esercito comune da parte dei paesi europei, in aumento rispetto a quanto fu rilevato nel 2015 ponendo la medesima domanda, ovvero il 49%.

Il problema che frena il cosiddetto “eurodeterrente” non è tecnologico, poiché le capacità esistenti in Francia – nazione che ha velleità di guidare la euro difesa e che ha già offerto le sue bombe – e della Gran Bretagna, che opera ordigni nucleari statunitensi, potrebbero facilmente costituire da fondamento per la realizzazione dell’arsenale missilistico nucleare.

Il problema resta invece strategico e politico, poiché un tale programma richiederebbe cambiamenti radicali nella posizione politica e nella costruzione della fiducia tra i partner europei, necessitando peraltro di tempi di realizzazione rapidi e di chiarezza e solidità finanziarie.

Sempre nel sondaggio reso pubblico da Dpa, i risultati mostrano anche che i tedeschi sarebbero disposti a spendere in modo sostanziale per la difesa, con tre persone su quattro favorevoli all’aumento della spesa militare degli Stati membri dell’Ue.

Resta da capire chi pagherebbe e chi, invece, ci guadagnerebbe dal punto di vista occupazionale e industriale prima ancora che tattico. Del resto i rapporti tra Berlino e Parigi in fatto di programmi militari non sono mai facili, come hanno dimostrato anche le recenti tensioni sul nuovo caccia Fcas mostrate la scorsa settimana durante il salone internazionale dell’aerospazio di LeBourget.

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Panorama

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