Noury: “Putin accusa Amnesty di russofobia? Allora siamo anche italiofobi perché critichiamo il decreto sicurezza”
- Postato il 20 maggio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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“Con la decisione delle autorità russe di mettere al bando Amnesty International, secondo la legge del 2015, un’organizzazione ritenuta ‘indesiderata’ o ‘indesiderabile’ non può svolgere attività in Russia, in quanto è considerata una minaccia per lo Stato, per la sua sicurezza e per i suoi confini. Ma questo è il meno. Il punto è che le persone che sono associate o che sono sospettate di essere associate alle organizzazioni indesiderabili rischiano sanzioni e persino il carcere”. Sono le parole pronunciate ai microfoni di Battitori liberi, su Radio Cusano Campus, il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury, a proposito della decisione della Procura generale russa sulla organizzazione internazionale per i diritti umani, che sarà costretta a interrompere qualsiasi attività in territorio russo.
Noury spiega che, in base a questo provvedimento di Mosca, qualsiasi coinvolgimento con Amnesty, dal supporto della ong alla condivisione di un suo report sui social, è configurato come reato: “Il problema non è che un’organizzazione internazionale non metta più piede in Russia e dunque non possa fare più ricerche. Continueremo a farle. Il rischio è che, come è successo già in passato rispetto a circa 200 organizzazioni messe fuori legge in quanto indesiderabili, si apra la caccia all’associato, con tutto quello che comporterà dal punto di vista penale”.
E aggiunge: “Perché questa decisione della Russia? ? C’è una coincidenza temporale: soltanto 96 ore fa avevamo fatto una dichiarazione in cui stigmatizzavamo la condanna a diversi anni di carcere inflitta a un osservatore di un organismo elettorale indipendente di monitoraggio russo, che è stato giudicato colpevole di avere legami con un’organizzazione europea giudicata indesiderabile. Da poco è anche uscito il rapporto 2024 di Amnesty International – spiega – contenente diverse pagine dedicate alla Russia, ai crimini di guerra commessi in Ucraina, alla repressione del dissenso interno, alla persecuzione nei confronti delle giornaliste, dei giornalisti e del movimento LGBT. Quindi, hanno messo insieme una serie di cose per giungere alla conclusione che Amnesty porta avanti dei progetti russofobi”.
Noury sottolinea: “Potete immaginare quanto sia ridicola l’accusa di russofobia perpetrata dalla Russia contro Amnesty, visto che l’organizzazione si occupa dei diritti umani e denuncia le violazioni che accadono in un paese. È come accusare Amnesty di essere italiofoba perchè critica il decreto di sicurezza in Italia“.
Il portavoce di Amnesty International Italia si sofferma poi sulla ridda di censure inflitte ad artisti e sportivi russi in Italia: “Siamo persino arrivati al paradosso che hanno messo al bando postumamente anche dei morti, per cui non si potevano neanche più organizzare eventi su Dostoevskij. Dopodiché, sono altrettanto assurdi i provvedimenti ad personam, cioè all’artista o allo sportivo, il quale magari ha un problema sul posizione rispetto a quello che fa il suo paese perché la famiglia è lì. Abbiamo rischiato anche il ridicolo quando addirittura non si poteva parlare di letteratura russa dei secoli passati. Quelle sì che erano delle forme di russofobia evidente“.
Noury ricorda anche quando Amnesty International fu accusato di essere filoputiniano nell’agosto del 2022 attraverso un osceno linciaggio social: “All’epoca, dopo 80 comunicati stampa e dichiarazioni sui crimini di guerra commessi dalla Russia in Ucraina, ci permettemmo di dire che in un numero specifico di casi le forze ucraine si erano acquartierate troppo vicino alle popolazioni civili e quindi le avevano in qualche modo le avevano rese un bersaglio. Per mesi e mesi, ma ancora adesso, in rete circolano accuse ad Amnesty International di essere putiniana. Immagino che forse da oggi smetteranno, perché Putin ha detto al mondo cosa pensa di Amnesty International”.
Scudisciata per Marco Rizzo (“Lui pensa ancora che la Russia sia l’Unione Sovietica”) e commento finale sulle ragioni per cui Putin esercita una certa fascinazione su molti in Italia: “Putin qui ha avuto in passato un grande consenso, è sempre stato accolto come un ospite. In più, oggi c’è ancora qualcuno che pensa che quello sia uno Stato che ha avuto tutte le ragioni del mondo per invadere l’Ucraina. E poi c’è un antiamericanismo di fondo. La Nato “ha abbaiato alle porte della Russia”, come disse Papa Francesco? – chiosa – Sì, ma se si risponde invadendo un paese sovrano, quell’abbaio perde volume. Quando si compie il crimine supremo di aggressione contro uno Stato sovrano, tutte le riflessioni che possiamo fare si azzerano, perché occorre richiamare quel paese che ha compiuto quel crimine quantomeno al rispetto delle norme di guerra, il vuol dire non attaccare i civili e le infrastrutture. La Russia da 3 anni sta facendo questo: crimini di guerra un giorno sì e l’altro pure“.
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