Norvegia-Italia è una vergogna! Credete al Mondiale o ve ne andate a casa?
- Postato il 6 giugno 2025
- Di Panorama
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Siamo oltre l’allarme, un piede e mezzo (forse due) dentro uno psicodramma. Che la trasferta a Oslo contro la Norvegia fosse l’ostacolo più alto nella corsa al Mondale 2026 era noto. Che l’Italia venisse presa a schiaffi, strattonata, messa all’angolo e maltrattata da Haaland e compagni no. E’ stata un’esperienza umiliante e chiarificatrice. Non solo andare negli Stati Uniti o in Canada e Messico la prossima estate vincendo il girone è ormai qualcosa che appartiene alla dimensione del sogno, nemmeno più un progetto, ma anche pensare di arraffare in qualche modo la qualificazione passando dalla tagliola dei playoff oggi sembra arduo.
E siccome l’ultima volta che l’inno di Mameli è risuonato in una rassegna iridata non esistevano Spotify, Netflix e TikTok, il presidente del Consiglio era Matteo Renzi e quello della Repubblica Giorgio Napolitano e in campionato Allegri non aveva ancora allenato la Juventus la prima volta (c’era ancora, seppure per pochi giorni, Antonio Conte) – anno 2014 -, è bene dire con forza che qualcuno si deve assumere la responsabilità di intervenire.
Fate presto! Subito. Non ci sono spiegazioni che possano reggere l’urto della desolante prestazione della nazionale a Oslo. Non la fatica di fine stagione, visto che anche i nostri avversari hanno corso e giocato per tutto l’anno, non gli infortuni di una difesa bucata a ripetizione e nemmeno la pioggia, il vento, il pubblico di casa esuberante, aver preso gol al primo tiro degli altri o tutto quello che si vorrà aggiungere. Così l’Italia sta a casa ancora e sarebbe la terza volta dopo aver visto gli altri giocarsela in Russia (2018) e Qatar (2022).
L’Italia ha reso Sorloth, Nusa e Haaland tre fenomeni. Magari lo sono pure, ma lo schianto tecnico, tattico e di intensità è stato così verticale da chiamare in causa prima di tutto le responsabilità di un gruppo che è tornato ad avvitarsi su stesso dopo qualche timido segnale di ripresa post Europeo. Manifestazione che era stata un altro fallimento, cancellando rapidamente il dolce ricordo del trionfo di Wembley, e che era stata messa sul conto di Luciano Spalletti e basta.
Evidentemente non è l’unico responsabile, ma non potendo fare molto altro si parta da lui. Crede il commissario tecnico nella possibilità di evitarci la terza mancata qualificazione? E’ consapevole del baratro in cui è precipitato la nostra nazionale? Aveva senso andare a sfidare la Norvegia con il solito calcio di possesso e pseudo-aggressione poggiando tutta la struttura su una fase difensiva così fragile da sfiorare l’imbarazzo? Come se non fossero bastate le lezioni del passato, l’Italia si è consegnata alla disfatta facendo finta di essere obbligata a recitare un copione non adatto agli interpreti e all’occasione.
Ora la situazione è compromessa al limite (oltre) del disastro sportivo. Per farla semplice: vincere il girone con la Norvegia avanti di 9 punti e 13 gol di differenza reti (+10 loro, -3 noi) passa unicamente attraverso una serie di vittorie azzurre e un regalo da qualche parte dei norvegesi. Il 16 novembre ci sarà il ritorno, ma la sciagurata prestazione di Oslo rischia di renderla un viaggio dell’illusione. Dunque, se andrà bene si dovrà passare dalla tagliola dei playoff e sarà un inferno. Spalletti e i suoi hanno condannato tutti a uno psicodramma lungo dieci mesi. Non c’è perdono, solo una domanda: riuscite a portarci al Mondiale o vi fate da parte e ci pensa qualcun altro?
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