Northvolt dichiara fallimento: addio al produttore di batterie europee
- Postato il 12 marzo 2025
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- Di Virgilio.it
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Uno dei tasselli centrali della strategia europea per raggiungere gli obiettivi di elettrificazione del settore auto è rappresentato dalla realizzazione di una filiera per la produzione di batterie, con aziende in grado di poter essere i principali fornitori dei costruttori di auto attivi in Europa, riducendo la dipendenza dalla Cina. Da questa settimana, il raggiungimento di quest’obiettivo sarà ancora più difficile. Northvolt, azienda che aveva un ruolo centrale nella strategia europea, ha dichiarato fallimento in Svezia. Non si tratta di una notizia sorprendente, visto che già da diversi mesi le difficoltà dell’azienda svedese erano note, con la perdita di un contratto di fornitura miliardario con BMW e il mancato raggiungimento dei target di produzione.
Il fallimento è ufficiale
Dopo le difficoltà emerse nei mesi scorsi, Northvolt ha avviato la procedura di fallimento. I tentativi di rilanciare il business sono falliti e non c’è stata altra strada che prendere atto dell’impossibilità di andare avanti. L’azienda svedese, che pure aveva raccolto oltre 15 miliardi di dollari in finanziamenti, di cui circa un terzo in fondi pubblici, non è riuscita a fronteggiare la concorrenza dei produttori cinesi e a raggiungere gli obiettivi prefissati. Nel mese di gennaio, Northvolt aveva raggiunto la cifra record di 8 miliardi di dollari di debiti. La crisi finanziaria era oramai irreversibile e l’unica strada da seguire è stata quella del fallimento.
Il presidente di Northvolt, Tom Johnstone, come riportato da Reuters, ha dichiarato: “Questa è stata una decisione che non abbiamo preso alla leggera. Tuttavia, nonostante questi sforzi approfonditi, questa decisione rappresenta l’unica strada realistica da seguire per Northvolt e per i suoi azionisti.“. Il fallimento di Northvolt dovrebbe portare alla perdita di circa 5.000 posti di lavoro. Maggiori dettagli in merito al destino dell’azienda e dei suoi lavoratori dovrebbero arrivare nei prossimi mesi.
Le cause della crisi
Northvolt non è riuscita a reggere il confronto con i produttori di batterie cinesi, che continuano a dominare il mercato, e ha mancato i target produttivi fissati. Lo scorso anno, inoltre, l’azienda svedese ha visto sfumare un contratto da circa 2 miliardi di euro con il Gruppo BMW che avrebbe garantito risorse importantissime per la sopravvivenza.
La produzione settimanale di batterie, inoltre, era ben lontana dal target di 100.000 celle. La scelta di ridurre drasticamente la forza lavoro, con oltre 1.600 licenziamenti annunciati lo scorso settembre, ha garantito una riduzione dei costi ma ha frenato ulteriormente le possibilità di crescita dell’azienda.
A pesare sul destino di Northvolt è stato anche lo scarso successo delle auto elettriche in Europa. Le vetture a zero emissioni rappresentano ancora una porzione ridotta del mercato, in termini di volumi di vendita, e molti produttori hanno dovuto rimodulare i propri piani produttivi, con un conseguente taglio alle forniture di batterie.
Per la strategia dell’Ue, il fallimento di Northvolt rappresenta un grande campanello d’allarme. L’azienda era considerata come un tassello centrale del piano di elettrificazione e del tentativo di ridurre al minimo la dipendenza dalle forniture di batterie dei produttori cinesi. Si tratta, quindi, di un altro duro colpo per l’Europa, alle prese con una realtà complicata per quanto riguarda l’elettrificazione.