Norma’s Teaching, il fenomeno social che ha rivoluzionato il modo di imparare l’inglese in Italia
- Postato il 3 agosto 2025
- Di Panorama
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L’essere dotata dello stesso nome di Marylin (Norma Jeane), l’ha aiutata nei suoi debutti social a nascondersi, giocosamente, dietro un’identità straniera. Del resto, il suo più che perfetto accento americano non poteva non convincere chiunque l’ascoltasse, che quella ragazza che snocciolava perle di inglese fosse una pura nativa statunitense.
Invece, Norma Cerletti (il cognome, in questo caso, non mente!) è totalmente italiana e il nome l’ha ereditato dalla nonna, italianissima anche lei.
Vanity Fair l’ha definita “l’insegnante di inglese più famosa d’Italia”, e noi non possiamo che concordare. Con un metodo d’insegnamento nuovo e da lei stessa collaudato, @normasteaching, il suo profilo social, raggiunge il milione di followers, con tanto di due libri pubblicati, una collana con Il Corriere della Sera nel 2024, un TED e due podcast.
Partiamo dall’inizio, dalla tua primissima esperienza americana, quando hai frequentato un anno scolastico all’estero.
“Ho convinto i miei genitori a partire e, avendo dei buoni voti in inglese, ho avuto l’opportunità di frequentare il quarto anno di liceo negli Stati Uniti. Lì non esiste l’esame di maturità come da noi: per diplomarti devi raggiungere un predefinito numero di crediti. Così ho fatto, sostenendo anche l’esame – in tribunale – sulla storia americana, la Washington State History, diplomandomi sia negli Stati Uniti (con l’immancabile ballo di fine anno), che l’anno successivo in Italia, nel mio liceo.”
Hai scelto tu in quale località andare a studiare?
“No, purtroppo non si può scegliere. Io sono finita in una cittadina chiamata Castle Rock, a Washington State, uno degli stati più freddi e piovosi di tutti gli Stati Uniti. Ma nonostante il clima pessimo che ci accompagnava ogni giorno, era lo Stato in cui era ambientata la saga di Twilight: per qualsiasi ragazza di allora, un vero sogno!”
Castle Rock dista infatti meno di 4 ore di macchina da Forks, località conosciuta da ogni adolescente – e non – dell’epoca, per essere il luogo dove la famiglia Cullen aveva deciso di “vivere”.
Com’è stata l’esperienza?
“È stata un’avventura splendida, ma anche molto challenging (sfidante). Quando sono arrivata lì non capivo quasi nulla e faticavo a farmi capire a mia volta, nonostante in Italia avessi ottimi voti in inglese. A scuola ti insegnano nozioni teoriche, poi c’è la vita fuori che invece ne usa altre. La sensazione di “discomfort” iniziale, però, è stata anche la mia salvezza: mi ha spronato ad imparare velocemente a relazionarmi con gli altri. La mia passione per l’inglese è sbocciata senza dubbio durante quel periodo.”
L’ aspirazione e l’attitudine all’insegnamento come sono nate?
“Avevo iniziato a insegnare italiano per stranieri alla Caritas del mio paese e da lì ho capito quanto amassi l’insegnamento. Mi piace l’idea di essere utile alle persone e mi appassionava (come continua ad appassionarmi tuttora) la lingua inglese. Ecco la combinazione perfetta!”
Finché, arrivato il Covid, hai dovuto escogitare un nuovo metodo per insegnare.
“Esatto, ho iniziato prima con YouTube, postando video per bambini, finché un amico mi ha parlato di TikTok e ho iniziato a fare delle microlezioni. Nella primissima, spiegavo la differenza tra Fun (divertente) e funny (“che fa ridere”). E poi, la crescita esponenziale su Instagram.
I tuoi corsi sono richiestissimi. Le recensioni strabilianti. Persone che hanno studiato inglese per anni, senza grandi successi, dopo i tuoi corsi si sentono sicure e soddisfatte
“È bellissimo leggere le loro parole di ringraziamento: sto davvero facendo qualcosa di positivo per tanta gente! Dietro al mio metodo di insegnamento c’è stata e c’è tanta, tantissima pratica. Cerco di andare dritta al punto facendo ricorso all’immaginazione e al divertimento, lasciando agli studenti qualcosa di cui fare tesoro senza dilungarmi troppo sulla teoria nozionistica. Ho iniziato prima con i bambini – e con loro devi essere molto “entertaining” per non farli mai annoiare. Oltre a piacermi molto, sono stati un’ottima palestra!”
Il 26 maggio è partito il tuo nuovo podcast: “English break (da pronunciare rigorosamente “BREIK”)
“Esatto, ci tengo molto alla pronuncia!” sorride. “English Break” è una pausa quotidiana con l’inglese (giusto il tempo di un caffè), dove si possono scoprire aneddoti singolari e divertenti. Nel primo episodio spiego la curiosa origine della parola “Spam”. Sono davvero grata al pubblico del bellissimo riscontro, e non ci saranno pause nemmeno ad agosto, perché come dico sempre: la costanza è fondamentale per ottenere risultati.”
Prossimi progetti?
“Sto partendo per un’esperienza di lavoro e volontariato per due settimane. Io e il mio team andiamo a insegnare inglese in una scuola di Zanzibar. Ho già messo in valigia fotocopie, pennarelli colorati e una quantità indescrivibile di entusiasmo!”.