Nordio: “Garlasco? A un certo punto bisognerebbe avere il coraggio di arrendersi”. A questo punto aboliamo i processi
- Postato il 30 ottobre 2025
- Politica
- Di Blitz
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Ci sono processi e indagini che vanno avanti perché la verità non si è mai trovata. A un certo punto, bisognerebbe — secondo il ministro della Giustizia Carlo Nordio — “avere il coraggio di arrendersi”. È ciò che ha detto l’altro giorno al Salone della Giustizia, parlando del caso Garlasco. Ma cosa significa, esattamente, “avere il coraggio di arrendersi”? Nel caso specifico, cosa dovremmo fare? Liberare Alberto Stasi? Incarcerare sia Stasi che Sempio? Fare finta di niente? Chiudere tutto e lasciare liberi tutti? Non si capisce. E più in generale: cosa vuol dire “arrendersi” nella giustizia? Se emergono nuove prove, o anche solo nuovi elementi da verificare, non bisognerebbe riaprire un caso — anche se vecchio — per cercare la verità? O dovremmo rinunciare ai nuovi indizi perché “troppo complicato”? Il coraggio, a volte, è proprio il contrario dell’arrendersi. È continuare a cercare, come accade per le indagini sulle stragi o sui processi di mafia, dove alcuni magistrati, testardamente, continuano a indagare su fatti, mandanti e intrecci. E talvolta riescono a scoperchiare nuove verità. Lo Stato si sarebbe dovuto “arrendere” nelle indagini per la strage della stazione di Bologna? Dovrebbe arrendersi nel cercare la verità sui rapporti tra mafia e politica? Ma d’altronde questo è lo stesso governo che ha gestito la vicenda Almasri. Forse è per questo che il libico fu riportato in Libia con un aereo di Stato? Per “il coraggio di arrendersi”? Ma se questi sono i criteri, a questo punto potremmo abolire i processi e arrenderci al caso. Magari si potrebbe decidere la colpevolezza o meno lanciando una monetina.
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