“Nordio e Roccella imbarazzanti”. Opposizioni all’attacco dopo le parole dei ministri sulla violenza di genere

  • Postato il 21 novembre 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Le dichiarazioni dei ministri Carlo Nordio e Eugenia Roccella, rilasciate durante la Conferenza internazionale contro il femminicidio a Roma, hanno scatenato un’ondata di reazioni critiche da parte delle opposizioni. Il dibattito si concentra sulla tesi del Guardasigilli secondo cui la prevaricazione maschile secolare ha a che fare con “codice genetico del maschio che resiste all’uguaglianza”, e sulla posizione della ministra Roccella, convinta che “non c’è una correlazione fra l’educazione sessuale nella scuola e una diminuzione delle violenze contro le donne”. Così facendo, dicono le opposizioni, “minimizza il ruolo dell’educazione sessuale nella prevenzione della violenza”.

Le reazioni a Nordio – Il fronte delle opposizioni ha respinto in maniera univoca l’approccio che ricondurrebbe la violenza a una “sedimentazione genetica”. Le parlamentari del Movimento 5 Stelle in commissione bicamerale denunciano che dirlo “significa spostare l’attenzione dalle responsabilità umane, culturali e politiche a una sorta di destino inevitabile”. Per le deputate, il femminicidio “non è un retaggio biologico, ma il frutto avvelenato di scelte, silenzi, mancati investimenti”. Stefania Ascari, Anna Bilotti, Alessandra Maiorino e Daniela Morfino hanno poi sollecitato il ministro Nordio a smettere “di filosofeggiare sulla ‘legge del più forte'” e iniziare “a rafforzare la legge dello Stato”. La deputata M5S Chiara Appendino ha commentato sui social le parole sul codice genetico come “un’altra perla”, chiedendo polemicamente se “La prossima sarà propagandare Lombroso?”.

Dure anche le critiche dal Pd. Chiara Gribaudo, vicepresidente del partito, ha etichettato le parole dei ministri come “gravissime” e “false”, dichiarando con decisione: “Non c’è nessun ‘codice genetico che fa resistenza’: è una questione culturale, di valori introiettati, di patriarcato”. Cecilia D’Elia, senatrice dem, ha definito il Guardasigilli “imbarazzante”: “parla di genetica maschile e inchioda così gli uomini ad essere violenti”. La deputata del Pd Ilenia Malavasi sostiene che ridurre millenni di oppressione a un “presunto retaggio muscolare inscritto nel codice genetico degli uomini significa banalizzare un fenomeno complesso e profondamente culturale”. La violenza, ha aggiunto, “nasce da rapporti di potere, da strutture sociali ingiuste”.

Le reazioni a Roccella – Anche le dichiarazioni della ministra Roccella, che a margine della Conferenza ha negato la correlazione tra educazione sessuo-affettiva e il lieve calo della violenza rivendicato dal governo, hanno incontrato una ferma opposizione. Irene Manzi, responsabile nazionale scuola del Pd, ha giudicato le sue affermazioni “fuorvianti e non supportate da un’analisi seria dei dati”, specificando che “i percorsi di educazione alle relazioni, al rispetto e al consenso sono una parte essenziale delle strategie di prevenzione, non certo un orpello marginale”. Manzi ha inoltre criticato che richiamare la Svezia in modo isolato “significa ridurre un tema complesso a un argomento ideologico” e ha ribadito che “È sbagliato rappresentare l’educazione sessuo-affettiva come un’operazione ideologica”.

Angelo Bonelli, parlamentare AVS e co-portavoce di Europa Verde, ha riassunto così: “Benvenuti nel Medioevo!”. Aggiungendo che con le posizioni governative “si deresponsabilizzano gli aggressori e si nega il carattere strutturale della violenza di genere”. Maria Elena Boschi, presidente dei deputati di Italia Viva, ha definito le parole dei ministri “Imbarazzanti”, concludendo che le donne “non hanno bisogno di teorie ottocentesche, ma di leggi applicate, fondi certi, centri antiviolenza sostenuti e una cultura del rispetto che si costruisce proprio a scuola”. La senatrice M5s Sabrina Licheri ricorda che l’educazione sessuo-affettiva che la ministra “ritiene inutile” è “raccomandata da OMS e UNESCO per eradicare la violenza di genere. Sembra di essere ripiombati in un racconto dell’Ancella, o nel peggior Medioevo”.

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