Nordio convoca i sottosegretari: dopo il referendum si accelera su riforma della prescrizione e sequestro smartphone

  • Postato il 24 novembre 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Un vertice per decidere i prossimi passi. E soprattutto le prossime riforme da fare. Martedì scorso in via Arenula il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha incontrato il viceministro Francesco Paolo Sisto e i sottosegretari Andrea Delmastro e Andrea Ostellari per una riunione politica. Cosa fare delle riforme sulla giustizia ferme al palo? Alla fine l’esito è stato chiaro: nessuna riforma sarà approvata prima del referendum sulla separazione delle carriere che si terrà a marzo o inizio aprile. Dopo però il governo intende procedere spedito su due disegni di legge: la riforma della prescrizione e quella che rende più difficile il sequestro degli smartphone.

Quest’ultimo disegno di legge, a prima firma del senatore Pier Antonio Zanettin, era stato calendarizzato in aula il 20 novembre ma alla fine sarà rinviato. La norma prevede l’obbligo del pm di sottoporre al vaglio e al via libera del gip il sequestro di un cellulare per esaminare prima il suo contenuto, eliminando ciò che è strettamente privato. Su questo è in atto uno scontro nella maggioranza di governo con Fratelli d’Italia che, con la presidente della commissione Antimafia Chiara Colosimo, chiede modifiche più stringenti soprattutto per non intaccare le inchieste contro la criminalità organizzata. Per evitare spaccature nella maggioranza e messaggi troppo punitivi in vista del referendum è stato deciso di rinviare tutto a dopo la consultazione. Ma dopo l’esito referendario, soprattutto se dovesse vincere il Sì, il governo vuole andare avanti approvando il disegno di legge in aula alla Camera. Manca solo l’ultimo passaggio in aula.

Stesso discorso per la riforma della prescrizione, ferma da quasi due anni in commissione Giustizia al Senato. Il testo, approvato a gennaio 2024, prevede l’interruzione della prescrizione per 24 mesi dopo la sentenza di primo grado e 12 dopo quella di Appello, una sorta di ritorno alla Legge Orlando del 2017. Il disegno di legge è stato messo in calendario dalla presidente della commissione Giustizia al Senato Giulia Bongiorno, ma è ancora fermo e non ha fatto passi avanti.

Durante il vertice con i sottosegretari, dunque, è stato deciso di congelare tutto fino al referendum per non mettere troppa carne al fuoco e di non aprire nuovi fronti con la magistratura. Ma subito dopo la maggioranza vuole accelerare e approvare entrambe le riforme in tempi rapidi. Per chiudere il progetto di riforma della giustizia entro la fine della legislatura.

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Il Fatto Quotidiano

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