Non solo Groenlandia, il Risiko delle superpotenze è su tutto l'Artico

  • Postato il 30 gennaio 2025
  • Di Agi.it
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Non solo Groenlandia, il Risiko delle superpotenze è su tutto l'Artico

AGI - I ghiacci della calotta si stanno sciogliendo liberando le ambizioni di conquista dell'Artico. L'America di Donald Trump, i paesi nordici, la Russia di Vladimir Putin e anche la Cina sono impegnati nella competizione man mano che viene rivelato il potenziale economico e il valore strategico della regione polare.
"Si dice che l'Artico nel suo complesso contenga il 25% delle riserve mondiali rimanenti di idrocarburi convenzionali", dice Mikaa Blugeon-Mered, docente di geopolitica a Sciences Po.

 

E ora che il riscaldamento globale sta provocando il rapido scioglimento dei ghiacci polari - secondo l'Osservatorio Copernicus, l'Artico europeo è la regione che si sta riscaldando più rapidamente al mondo - i paesi vicini cercano di accedere alle abbondanti risorse di petrolio, gas, minerali e pesca. Ma c'è anche il Passaggio a Nord-Est, una rotta marittima che passa al largo della Siberia e che sta gradualmente diventando percorribile promettendo di far risparmiare tempo (da una a due settimane) e carburante nei collegamenti tra l'Europa e l'Asia rispetto al classico percorso attraverso il Canale di Suez.

 

La questione è anche militare. "Da un punto di vista geopolitico, la regione è centrale: la rotta più breve per gli aerei e i missili sparati dalla Russia verso gli Stati Uniti e viceversa è sopra l'oceano Artico" spiega Njord Wegge, professore presso l'Accademia militare norvegese, "È anche un'area pattugliata da molti sottomarini e dove i russi hanno le basi militari più grandi". Abbastanza per stuzzicare l'appetito del presidente americano Donald Trump, che proclama a gran voce il suo piano di annettere l'immensa isola artica della Groenlandia.

 

La fine della Guerra Fredda aprì un'era di cooperazione tra gli otto stati costieri: Norvegia, Danimarca (attraverso il territorio autonomo della Groenlandia), Svezia, Finlandia, Russia, Stati Uniti, Canada e Islanda. Ma il Consiglio Artico, che riunisce questi Paesi dal 1996, ha perso la sua capacità di agire, soprattutto dopo l'invasione russa dell'Ucraina nel 2022. "La faglia è militare poiché sette degli otto paesi della regione fanno parte della Nato", ricorda Blugeon-Mered. Oltre il 50% della costa artica è russa e Mosca sfrutta la zona da decenni. Oggi più dell'80% del gas russo e il 60% del petrolio russo vengono prodotti nell'Artico e Max Bergmann del think tank americano CSIS ritiene che la Russia nell'Artico rappresenti la minaccia più grande per gli Stati Uniti.

 

"La minaccia in realtà è la continua militarizzazione della Russia nell'Artico e la nostra mancanza di presenza lì", dice, pur non approvando l'espansionismo di Donald Trump, che considera "inutile". Secondo lui, "prendere la Groenlandia significa sopravvalutare la minaccia alla sicurezza nazionale". "L'unica ragione per possedere la Groenlandia sarebbe quella di avere accesso a minerali" come le terre rare, utilizzate nella transizione energetica e presenti in grandi quantità sull'isola danese".

 

Le ambizioni di Trump sulla Groenlandia non lasciano indifferenti l'Unione europea. Diversi funzionari hanno espresso preoccupazione e ad aggravare le tensioni regionali ci si è messa la Cina, un altro attore importante che non confina con l'Artico, ma sta riuscendo a far avanzare le proprie pedine nella regione.
"I russi non hanno altra scelta che collaborare con la Cina, primo acquirente, a lungo termine, delle risorse dell'Artico russo", analizza Blugeon-Mered, dopo le sanzioni imposte dall'Europa a Mosca.

 

L'ascesa di Pechino nell'Artico è vista con sospetto da Washington. A luglio, il Pentagono ha messo in guardia contro un'accresciuta cooperazione sino-russa nella regione. Mentre la Russia ha rafforzato la sua presenza militare nell'Artico riaprendo e modernizzando diverse basi e aeroporti abbandonati dalla fine dell'era sovietica, la Cina ha investito fondi nell'esplorazione e nella ricerca polare. 

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Agi.it

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