Non solo gli ottavi al Mondiale per Club: le tre buone notizie per l’Inter dopo la vittoria col River Plate
- Postato il 26 giugno 2025
- Sport
- Di Il Fatto Quotidiano
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Un match caldissimo, non tanto per le temperature che si sono registrate in questo Mondiale per Club, ma per l’intensità e la veemenza con cui Inter e River Plate si sono date battaglia. Nell’ultima partita del girone E, a spuntarla sono i nerazzurri che battono 2-0 gli argentini e si prendono il primo posto grazie alla loro miglior prestazione nel torneo. Prima Pio Esposito, poi Bastoni condannano il River all’eliminazione regalando all’Inter un’altra sfida con una sudamericana agli ottavi di finale, la Fluminense. Nerazzurri che sono parsi in crescita sia da un punto di vista fisico che mentale, rispondendo colpo su colpo all’aggressività del River senza mai perdere la testa nonostante i tanti interventi al limite degli argentini. Protagonisti del match il già citato Pio Esposito, che a soli 19 anni segna in un match ufficiale con la maglia dell’Inter, e Petar Sucic, entrato con personalità nel secondo tempo sfoggiando gran classe e servendo l’assist all’ex Spezia per il gol dell’1-0. I giovani trascinano l’Inter, in linea con la filosofia della società che ha più volte sottolineato la volontà di ringiovanire la rosa. È ancora presto per sbilanciarsi, ma a Seattle la fiducia riposta in questi ragazzi è stata ripagata alla grande.
L’avvio di partita degli argentini è però molto deciso e la garra tipica dei sudamericani emerge presto: cattiveria agonistica condita da tanti contrasti energici, alcuni dei quali al limite dell’irregolarità. Los Millionarios giocano un primo tempo ad alto ritmo, ma senza mettere in difficoltà Sommer. I nerazzurri sono in partita e rispondono con Pio Esposito che, servito da Barella in area, calcia in porta ma trova l’opposizione di Martinez Quarta. Nel finale del primo tempo è sempre Pio Esposito che si rende pericoloso: su cross di Dimarco, l’attaccante italiano si lancia sul pallone in spaccata non trovando la porta per un soffio. La sua resta comunque una buona prima frazione di gioco: lotta, si smarca per farsi servire il pallone sui piedi, duetta con i compagni nello stretto e si crea un paio di occasioni importanti facendo valere la sua fisicità.
A inizio secondo tempo però il River finisce la benzina e l’Inter alza i giri del motore: in 10 minuti Lautaro Martinez sfiora due gol spettacolari. Prima centra un palo clamoroso quando, dopo aver dribblato Diaz mandando la palla da una parte e superandolo dell’altra, conclude centrando il palo alla destra di Armani. Poi il capitano dell’Inter fa venire il mal di testa a Martinez Quarta: taglio in area, finta il tiro con il destro, rientra sul sinistro, ma Armani para la conclusione. Gli argentini non ne hanno più, si innervosiscono e diventano ancor più fallosi pagandone le conseguenze con Martinez Quarta: l’ex Fiorentina stende Mkhitaryan lanciato verso la porta e viene espulso. Poco dopo ecco il gol dell’Inter. Pio Esposito finalizza un grande assist del neo entrato Sucic: percussione centrale del croato che trova l’italiano in area, si sposta velocemente il pallone con l’esterno destro e piazza la palla sul secondo palo. Nei minuti di recupero arriva poi il raddoppio con un golazo di Bastoni che si spinge in avanti come al suo solito, ma questa volta non crossa, beffa Pezzella con un tunnel e poi buca Armani. A quel punto i giocatori del River commettono una serie di falli di frustrazione evitabili e, nell’ultimo minuto di recupero, la situazione esplode con Montiel che viene espulso per proteste. Al triplice fischio parte la invece la corrida. Acuna insegue minaccioso Dumfries con cui ha ingaggiato una battaglia per tutto il match, ma viene placcato da tutti i suoi compagni mentre l’olandese fugge a gambe levate negli spogliatoi. Per fortuna si calmano gli animi e, nonostante la sceneggiata argentina, cala il sipario sulla sfida. Ad avere la meglio è un Inter convincente, lucida e combattiva proprio come Pio Esposito e Petar Sucic, due giovani talenti che con la qualità e la tenacia mostrata nella notte di Seattle si candidano prepotentemente per avere un ruolo da protagonisti non nell’Inter del futuro, ma in quella del presente.
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