“Non si può morire così”: il dolore di Savona per l’ultimo saluto alla 22enne Valentina Squillace

Savona. Una città intera si è ritrovata questa mattina (19 dicembre), in via Saredo, stretta in un silenzio rotto solo dal lungo applauso che ha accolto il feretro all’uscita.

La chiesa di Santa Maria della Neve non è riuscita a contenere le centinaia di persone arrivate per l’ultimo saluto a Valentina Squillace: mentre le navate erano gremite, un’altra folla composta in gran parte da giovani è rimasta nel piazzale esterno, seguendo il funerale della studentessa di 22 anni travolta martedì da un tir in corso Tardy e Benech.

“In situazioni come queste forse è meglio il silenzio”, ha esordito nell’omelia don Angelo Magnano, parlando di “un filo che si spezza” e di “una perdita che richiederà tempo per essere elaborata”. 

Ma, allo stesso tempo, il parroco non ha risparmiato parole nette sulla dinamica della tragedia: “Non si può morire così, è assurdo. Mi auguro che la rabbia porti a delle scelte da parte di chi amministra il bene pubblico, affinché non siano più permesse queste cose. Deve esserci una risposta adeguata dalle istituzioni”. Un riferimento esplicito alla pericolosità del tratto stradale dove la giovane ha perso la vita.

Valentina era una molto stimata e benvoluta a Savona e non solo. Giunta al quarto anno di Giurisprudenza all’Università di Genova, dopo il diploma all’Istituto Boselli-Alberti nel 2022, la notizia della sua morte ha gettato nello sconforto famigliari, amici e conoscenti.

La tragedia si è consumata lo scorso 16 dicembre. Secondo quanto ricostruito, la giovane stava attraversando la strada quando è stata investita e trascinata da un tir. La dinamica è ancora da stabilire con esattezza, con le indagini affidate alla polizia locale e coordinate dal pm Chiara Venturi.

Per la ricostruzione dell’accaduto il comando di via Romagnoli sta cercando testimoni oltre a visionare le immagini delle videocamere di sorveglianza.