“Non sapevo nulla della mossa di Andrea Agnelli sulla Superlega, quella notte piansi al cimitero. E da allora non ho più visto la Juve”: il racconto di Evelina Christillin
- Postato il 19 settembre 2025
- Calcio
- Di Il Fatto Quotidiano
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La paura di essere etichettata come traditrice, l’amore per la Juventus e il suo lavoro per l’Uefa: per la prima volta Evelina Christillin racconta come personalmente ha vissuto la notte del 19 aprile, quando il calcio mondiale fu scosso dalla notizia della nascita della Superlega, poi morta dopo 48 ore di complotti e trattative sotterranee. Christillin, da sempre tifosa bianconera e legata Gianni Agnelli, grazie all’Avvocato è diventata una storica dirigente, è stata presidente del Comitato promotore dei Giochi olimpici invernali di Torino 2006 e poi appunto anche rappresentante dell’Uefa nel consiglio Fifa. Nel 2021, la vicenda della Superlega l’ha travolta sul piano personale e professionale: da una parte il legame con la Juve degli Agnelli, dall’altra il suo ruolo al fianco di Aleksander Ceferin, l’uomo che poi è uscito vittorioso e ancor più potente dalla guerra interna al pallone.
La notte della Superlega
La Superlega nacque nell’aprile 2021 come progetto di 12 top club europei, tra cui la Juventus guidata da Andrea Agnelli, che avrebbe dovuto creare di fatto un torneo alternativo alla Champions League, senza ingresso per merito ma con uno status acquisito di partecipante. L’annuncio, arrivato nottetempo, provocò la dura reazione della Uefa e del suo presidente Ceferin, che parlò di “tradimento”, con il sostegno immediato di governi e istituzioni sportive. Christillin, allora membro Uefa, racconta oggi a La Gazzetta dello Sport di aver vissuto ore complesse: “Sono uscita umanamente a pezzi da quella storia. È stata una notte tragica, nella war room Uefa a Montreux. Ceferin riceveva telefonate da Macron e da Boris Johnson. Molti pensavano che io fossi la serpe in seno, la traditrice per conto di Andrea Agnelli. Non era vero”.
La dirigente sottolinea come non fosse stata informata: “Chiesi a Ceferin se dovessi dimettermi e lui mi disse: ‘Assolutamente no, so che ci sei fedele‘. Io non sapevo nulla della fuga in avanti di Andrea Agnelli“. Dopo quella notte, tornando a Torino in auto, decise di fare una deviazione: “In Valle d’Aosta salii a Issime, il villaggio in cui sono seppelliti i miei genitori. Andai al cimitero e davanti alla loro tomba mi sfogai, piansi, parlai con loro”. Da allora, confessa, non ha più messo piede allo Stadium per seguire la Juve, fatta eccezione per la partita d’addio della sua amica Sara Gama con la squadra femminile.
I rapporti con Andrea Agnelli
Nonostante Christillin parli di una notte quasi tragica, poi però sottolinea che i rapporti personali con la famiglia Agnelli non si sono mai interrotti. “Andrea vive in Olanda. Ci vediamo al Sestriere: le sue bambine e le mie nipoti sono iscritte allo stesso sci club. Ci salutiamo. Io gli voglio bene come sempre e non può essere diversamente”, racconta. Christillin rimarca infatti la riconoscenza verso la famiglia: “Non posso che essere grata alla famiglia Agnelli per tutto quello che ho ricevuto da loro. Ho un meraviglioso rapporto con Allegra, la madre di Andrea. Quando sono stata male, a dicembre, si è fatta in quattro per accogliermi all’ospedale oncologico di Candiolo”. La Juventus resta parte della sua identità, anche se oggi la vive in modo diverso: “Ho la Juve nel cuore e l’avrò sempre, ma nei giorni della Superlega lavoravo per l’Uefa e dovevo essere leale all’Uefa“.
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