“Non rassegnamoci alla logica del conflitto e delle armi”: l’appello di Papa Leone nel giorno del vertice in Alaska
- Postato il 15 agosto 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
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“Non dobbiamo rassegnarci al prevalere della logica del conflitto e delle armi“. È l’appello lanciato da Papa Leone XIV durante l’Angelus. Nel giorno del vertice di ferragosto in Alaska tra Donald Trump e Vladimir Putin, il pontefice ha citato Papa Pio XII che nel pieno della Seconda guerra mondiale diceva: “Mai più scempio di vite umane!”. “Quanto sono attuali queste parole – ha commentato Prevost – Ancora oggi purtroppo ci sentiamo impotenti di fronte al dilagare nel mondo della violenza sempre più sorda e insensibile ad ogni moto di umanità. Eppure non dobbiamo smettere di sperare: Dio è più grande del peccato del mondo”.
Essendo oggi la festa dell’Assunta, il Papa ha poi aggiunto: “Oggi vogliamo affidare all’intercessione della Vergine Maria, assunta in cielo, la nostra preghiera per la pace. Ella come madre soffre per i mali che affliggono i suoi figli, specialmente i piccoli e i deboli. Tante volte nei secoli lo ha confermato con messaggi e apparizioni”. La recita dell’Angelus è avvenuta in Piazza della Libertà a Castel Gandolfo, dove circa 2500 pellegrini e fedeli sono arrivati davanti al Palazzo Apostolico delle Ville Pontificie. “Le comunità cristiane povere e perseguitate, i testimoni della tenerezza e del perdono nei luoghi di conflitto, gli operatori di pace e i costruttori di ponti in un mondo a pezzi sono la gioia della Chiesa”, ha detto il Papa, sottolineando che “molti di loro sono donne”. “Lasciamoci convertire dalla loro testimonianza!”
Il pontefice ha anche citato Dante Alighieri. “Come non pensare ai versi di Dante, nell’ultimo canto del Paradiso? Nella preghiera messa in bocca a San Bernardo, che inizia ‘Vergine madre, figlia del tuo figlio, il poeta loda Maria perché quaggiù, tra noi mortali, è ‘di speranza fontana vivace’, cioè sorgente viva, zampillante di speranza. Sorelle e fratelli, questa verità della nostra fede è perfettamente intonata al tema del Giubileo che stiamo vivendo: ‘Pellegrini di speranza‘. Il pellegrino ha bisogno della meta che orienti il suo viaggio: una meta bella, attraente, che guidi i suoi passi e lo rianimi quando è stanco, che ravvivi sempre nel suo cuore il desiderio e la speranza. Nel cammino dell’esistenza questa meta è Dio, Amore infinito ed eterno, pienezza di vita, di pace, di gioia, di ogni bene. Il cuore umano è attratto da tale bellezza e non è felice finché non la trova; e in effetti rischia di non trovarla se si perde in mezzo alla ‘selva oscura‘ del male e del peccato”.
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