“Non coerente con la formazione professionale”: il ministero annulla il convegno anti riarmo dei prof. La protesta: “Limitata la nostra libertà”

  • Postato il 2 novembre 2025
  • Scuola
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“L’iniziativa ‘La scuola non si arruola‘ non appare coerente con le finalità di formazione professionale del personale docente presentando contenuti e finalità estranei agli ambiti formativi riconducibili alle competenze professionali dei docenti, così come definite nel Ccnl scuola e nell’Allegato 1 della Direttiva 170/2016”. Con queste quattro righe, il ministero dell’Istruzione e del Merito ha messo il bavaglio al convegno organizzato online per il 4 novembre dal Cestes (Centro studi trasformazioni economiche sociali, accreditato da viale Trastevere) in collaborazione con l’Osservatorio nazionale contro la militarizzazione delle scuole e delle università. Più di mille insegnanti che si erano iscritti, godendo com’è previsto dalla Legge di un permesso giornaliero per formazione ai sensi del’ articolo 36 del Ccnl 2019/2, dovranno rinunciare a partecipare all’iniziativa.

“Si tratta – spiega a ilfattoquotidiano.it Silvia Bisagna che ha seguito l’organizzazione – di una grave limitazione alla nostra libertà di formazione. A questo punto vien da pensare che i nostri docenti non possano più parlare di violenza, guerra, Palestina?”. Il convegno non dev’essere piaciuto ai piani alti del ministero. Il programma prevedeva gli interventi di Roberta Leoni, docente e presidente dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università sul tema della “Cultura della difesa e militarizzazione dell’istruzione”; Luciano Vasapollo, direttore Cestes dell’Università La Sapienza di Roma che avrebbe parlato di “Una politica culturale del sociale per il mondo multipolare della pace”. A seguire Antonio Mazzeo, docente e giornalista su “Rearm Europe e militarizzazione del sapere” e poi Marco Meotto, docente e ricercatore sugli “Sguardi coloniali. Il genocidio nella didattica della storia: dall’inizio del Novecento alla Palestina odierna”. Tra gli invitati anche Mjriam Abu Samra, ricercatrice e attivista italo-palestinese pronta a spiegare la “Critica decoloniale dell’accademia neoliberale”. Infine, Raffaele Spiga, di Bds Italia su “Boicottare il pensiero unico militare” e Tommaso Marcon, studente, Osa che aveva come tema “La militarizzazione della formazione, tra scuola gabbia e Valditara”.

Una giornata ricca di interventi che ora sarà probabilmente rinviata. Nei giorni scorsi il Cestes aveva già ricevuto dal ministero una diffida ove lamentava la presenza dell’Osservatorio tra gli organizzatori ma l’ente accreditato aveva fatto sapere che la regia era in mano loro. Inutile la risposta. Venerdì mattina alle otto è arrivato lo stop. Ora i legali del Cestes stanno operando per restituire il diritto alla formazione libera e consapevole ad ogni docente. “Il ministero – spiega Michele Lucivero dell’Osservatorio – sta sostanzialmente dicendo che un corso che ha come oggetto un tema estremamente attuale come la guerra e se l’educazione debba essere educazione alla pace e al rifiuto delle armi come soluzione dei conflitti non è oggetto di dibattito pedagogico, nonostante l’articolo 11 della Costituzione, per cui l’Italia ripudia la guerra”.

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Il Fatto Quotidiano

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