“Non ci capisco più un ca**o, interrompiamo qui”: Domenico Diele abbandona il podcast mentre parla dell’incidente e del carcere
- Postato il 4 novembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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L’attore Domenico Diele è tornato a parlare pubblicamente dell’incidente del 2017 che lo ha portato ad una condanna per omicidio stradale per aver travolto e ucciso la 48enne Ilaria Dilillo mentre in sella al suo scooter percorreva lo svincolo di Montecorvino Pugliano (Salerno) sulla corsia nord dell’autostrada A2. Nell’ultima puntata di Come il Crimine, il podcast condotto dalla giornalista Lucrezia Carnevale e il content creator Pierpaolo Episcopo, Diele ha ricostruito la dinamica dei fatti e le conseguenze personali e giudiziarie che ne sono derivate. L’attore ha spiegato di essere partito da Matera verso Roma a mezzanotte, nonostante fosse senza patente: “Il motivo per cui sono qui oggi è particolarmente impegnativo per me – ha esordito Diele – tanti anni fa, nel 2017, il 24 giugno alle due di notte, ho avuto un incidente stradale, e il caso che fossi un attore ha amplificato tutto. Ho realizzato quello che era successo mentre lo vivevo, e che una persona fosse morta. Una donna era morta ed io ero positivo a delle sostanze stupefacenti. Un motorino si è scontrato con la mia macchina sull’autostrada. Poi c’è il fatto della patente. Perché non avevo la patente”, ha dichiarato.
E ancora: “Non dovevo guidare per dodici mesi per una storia avvenuta nel 2009, che mi ha costretto a fare analisi per il rinnovo quattro volte. E la quarta volta non me la hanno rinnovata. Il motivo del fermo nel 2009, che avevo 23 anni, è che mi hanno trovato con tre miei amici a Gioia Tauro con una quantità minima di hashish in macchina, grammi 0,06, e poi erano in macchina, non li avevamo fumati. Quindi ho dovuto fare il rinnovo nel 2010, nel 2011 e nel 2013. Nel 2016, al quarto rinnovo mi ritrovano positivo alla cannabis. E mi hanno detto: ora non puoi guidare per 12 mesi. Quindi quando ho avuto l’incidente stradale, perché stavo tornado da un matrimonio a Matera verso Roma (e non c’erano ne treni ne aerei), non potevo guidare”.
Durante il viaggio, ha raccontato di aver imboccato l’autostrada e di aver superato i 100 chilometri orari quando, distratto dal telefono cellulare, ha urtato qualcosa: “Ho sentito un impatto, il parabrezza è esploso, ho visto fumo dal radiatore e un motorino incastrato nella macchina. Ho capito di aver investito una persona”. L’incidente è avvenuto, secondo il suo racconto, alle 2:09, a una velocità di 154,5 km/h. Diele ha aggiunto che il motorino “aveva le luci spente” e che non era chiaro se la vittima indossasse il casco allacciato.
L’attore ha riferito di essere sceso subito dall’auto per cercare di prestare soccorso: “Ho cercato di fermare le altre macchine, poi sono arrivati i soccorsi. Qualcuno ha detto che il cuore della donna batteva ancora“. Poco dopo, è stato accompagnato dalla polizia e sottoposto a test tossicologici, risultando positivo a thc e oppiacei. “Non ero alterato, le sostanze le avevo assunte il giorno prima. È stata una disgrazia, gli incidenti succedono a molti“, ha dichiarato. L’attore ha poi ricordato i giorni dell’arresto: “Quando mi hanno portato via volevo avvertire i miei familiari, ma non me lo hanno permesso. In carcere sono stati anni difficili, ho preso anche il Covid”.
Visibilmente provato, Diele si è scusato e ha lasciato lo studio durante la diretta, interrompendo l’intervista dicendo: “Ragazzi vi devo chiedere scusa, ma non ci capisco più un ca**o, interrompiamo qui“. Dopo la sua uscita, Carnevale ed Episcopo hanno spiegato al pubblico che l’attore ha scontato interamente la pena ed è tornato al lavoro, sottolineando come abbia sempre ammesso le proprie responsabilità e continui a portare “il peso di aver tolto la vita, senza volerlo, a una persona”. Lucrezia Carnevale e Pierpaolo Episcopo hanno concluso la puntata invitando di nuovo l’attore a parlare con loro: “Ancora oggi c’è chi lo critica, come se avesse provocato lui l’incidente. E questo è, secondo noi, pretestuoso. Noi gli abbiamo comunque fatto sapere che se vuole tornare a parlarci, siamo qui. Ci piacerebbe”.
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