“Non cerco vendetta”: parla il padre di una delle 20enni travolte e uccise in strada nel Lecchese

  • Postato il 22 settembre 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Non cerco il male di nessuno, non sono così cattivo, mia figlia non me la dà indietro nessuno”. Quelle di Eddy Cagliani non sono parole d’odio verso il 30enne che il 20 settembre ha investito a Brivio, nel Lecchese, la figlia Giorgia e l’amica Milena Marangon uccidendole. Il padre di una delle due giovani vittime non vuole alcuna vendetta per il conducente del mezzo, arrestato dopo essere risultato positivo all’assunzione di sostanze stupefacenti: “Questo signore può essere espulso, può andare in galera, può risarcirmi. Mi possono coprire d’oro fino al tetto, non me ne frega niente. Io voglio la mia bambina. E quello non si può. Mi auguro almeno che quel poveretto abbia la coscienza di pentirsi. Che gli dispiaccia. Tanto, la mia vita è segnata”, ha proseguito in un’intervista a Repubblica.

Secondo le ricostruzioni, l’incidente che ha tolto la vita alle due ragazze è avvenuto poco prima delle 22 di sabato 20. Le due ragazze avevano appena parcheggiato la loro auto, insieme ad una terza amica rimasta illesa, nella zona della palestra locale e si stavano dirigendo a piedi verso l’area della festa del paese, uno degli eventi più frequentati della Brianza lecchese in questo periodo, dove era in corso un concerto. Mentre camminavano sul ciglio della strada, sono state travolte alle spalle dal veicolo guidato dal 30enne.

Eddy Cagliani ha raccontato gli ultimi attimi insieme alla figlia, prima dell’incidente. “Abbiamo cenato tutti insieme, una pizza fatta in casa, poi sono venuto al bar dove ogni tanto Giorgia dava una mano – ricorda -. Le piaceva stare in mezzo alla gente. Lei non aveva la Coca Cola e io per la mia bambina, i miei bambini, faccio di tutto e sono andato a prenderla. Poi si è pettinata, mezz’ora per scegliere un vestito perché la precisione ci vuole anche per andare alla festa di Brivio. Ci ha salutato ed è scesa”.

La notizia della figlia in ospedale è arrivata intorno a mezzanotte: “Eravamo già a dormire e hanno citofonato i carabinieri per dirci di andare subito al pronto soccorso a Merate – racconta Cagliani – Mia moglie ci lavora, come fisioterapista, ma all’accettazione non sapevano nulla. Finché non è arrivato il maresciallo, gentilissimo, ci ha detto che erano morte sul colpo. Abbiamo chiesto se avessero sofferto. E lui: penso di no”. “Mia moglie è devastata. All’altro mio figlio dovrò star dietro più di prima. È introverso – dice ancora il padre della ragazza – Queste batoste così non ti dice nessuno come affrontarle. E ora questa bastonata. Non ci facciamo mancare nulla. La maledizione dei Cagliani continua”, conclude ricordando il padre morto in un incidente sul lavoro quando lui era giovane.

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Il Fatto Quotidiano

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