No funivia, la battaglia riparte dagli abitanti di Granarolo: “È una lotta per tutta la città”
- Postato il 30 ottobre 2025
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- Di Genova24
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Genova. “È una battaglia di tutti, la città non ha bisogno di un’infrastruttura del genere“. Con queste premesse il comitato Con i piedi per terra, negli ultimi anni in prima linea per combattere il progetto di una funivia sopra il Lagaccio, ha chiamato a raccolta mercoledì sera gli abitanti di Granarolo, interessati dalla variante “mini” proposta dalla giunta Salis per non dover pagare penali alle aziende che hanno vinto l’appalto da 40,5 milioni. E i residenti del piccolo borgo sul tetto di Genova hanno risposto, riempiendo la sala parrocchiale e schierandosi per la maggior parte contro l’infrastruttura.
“Con il cambio della giunta speravamo in un no definitivo al progetto, come promesso in campagna elettorale – ricorda Antea Guzzi, una delle anime del comitato -. Si sapeva delle penali, già Orlando aveva detto che erano disponibili a pagarle e non si pensava alla possibilità di un danno erariale di cui parla oggi l’assessore Ferrante. Chiediamo di non fermarsi alla prima criticità, ma di esplorare altre vie: se dimostriamo che è interesse pubblico fermare la funivia, il danno erariale non si configura“.
Funivia Granarolo, perché si dice no
L’ipotesi di mini-funivia con partenza dalla cremagliera di Granarolo e arrivo a Forte Begato viene contestata per diversi motivi, sebbene il sorvolo del Lagaccio non sia più un problema. Anzitutto perché sottrae comunque risorse alla riqualificazione dei forti e suscita dubbi sulla reale utilità: “Non ci sono state analisi costi-benefici, quindi non sappiamo se avrà un senso economico – sottolineano gli attivisti -. Il rischio è che sia un’opera fatta solo per spendere questi soldi”. E poi i temi ambientali: “Sarà molto impattante sul panorama e sullo skyline della città dal porto. La stazione di partenza dovrà essere piuttosto alta per superare la pendenza e i tralicci non dovranno essere lambiti dalle fiamme in caso di incendi. E le cabine passeranno proprio davanti le ultime case di via Bianco”.
Tra le preoccupazioni dei residenti anche la stabilità delle abitazioni in caso di lavori per la fondazione dei piloni e l’inquinamento acustico. E la promessa di un potenziamento della cremagliera come operazione accessoria, dopo anni di disagi e una nuova chiusura per lavori che si profila all’orizzonte, non alletta i potenziali fruitori. Non manca tuttavia qualche voce a favore: Priano, storico presidente del comitato di Granarolo (ormai sciolto) ritiene che una soluzione di compromesso sia l’unica possibile per salvare il Lagaccio. Altri fanno notare che sarebbe importante portare i turisti ai forti per risollevare le sorti dell’economia cittadina.
Giunta Salis sotto attacco: “Dovevano parlare subito coi cittadini”
Ma la critica è soprattutto politica: “Ci eravamo detti che sarebbe iniziato un corso differente, che bisognava parlare con la cittadinanza, invece dobbiamo sempre carpire informazioni tra le righe degli articoli di giornale – continuano gli esponenti del comitato Con i piedi per terra -. Noi preferiremmo un confronto con l’amministrazione anziché incontri a porte chiuse. Questa discussione doveva partire direttamente coi cittadini ancora prima delle interlocuzioni con le aziende”.
“Se la volontà politica è questa, la condotta di Salis sarà la stessa di Bucci e Piciocchi, cioè ignorare tutto ciò che può bloccare il progetto – attacca Michele, un giovane abitante della zona -. Si sono presi un sacco di impegni, c’è tanta gente che li aspetta al varco con le antenne dritte. Questo è un banco di prova, se va male il malcontento confluirà in un flusso molto più grande”.
I malumori attraversano la stessa coalizione di centrosinistra che governa a Palazzo Tursi. E deflagrano non appena si esce dalle sedi istituzionali. “Sono arrabbiatissima – esordisce Simonetta Mazzi, ex consigliera municipale del Movimento 5 Stelle che non è riuscita a farsi rieleggere -. La funivia non serve. Quanto costerà la manutenzione? Chi la pagherà? Col progetto precedente si parlava di 800 passeggeri all’ora, ma anche volendo non possono arrivare a Granarolo con la Cremagliera”. Del resto non è un mistero che tra i contrari ci siano anche i presidenti di municipio Simona Cosso (Avs) e Michele Colnaghi (M5s).
La controproposta: navette elettriche per i forti
La controproposta che arriva dai cittadini di Granarolo è quella di istituire navette elettriche che permettano di raggiungere i forti a partire dai due impianti esistenti: la funicolare Zecca-Righi e appunto la cremagliera di Granarolo. Da qui il collegamento stradale sarebbe anche più agevole rispetto al lato orientale del Peralto, dove il ponte che attraversa il fossato della cinta muraria ha limitazioni di carico. “Possibile che ci arriviamo noi e non ci pensi il Comune?”, si chiede il pubblico.
Il tavolo tecnico con le aziende e il nodo delle penali
Ma l’ipotesi della mini-funivia nasce da una questione giuridica, non trasportistica. Nei prossimi giorni si attendono gli esiti dal tavolo tecnico avviato da Tursi con le aziende Dopplemayr-Collini. L’obiettivo è capire se il progetto alternativo – che nessuno ha ancora svelato nei dettagli – possa essere considerato una variante nell’ambito dello stesso appalto.
La giunta insiste su questa strada perché, secondo l’avvocatura del Comune, bloccare tutto porterebbe a un procedimento per danno erariale. La cifra da pagare per la rescissione del contratto e i danni conseguenti potrebbe aggirarsi sui 10 milioni di euro. Non tutti sono di questo parere (Ermete Bogetti, ex presidente della sezione genovese della Corte dei conti, lo ha escluso) ma la sindaca Salis e i suoi assessori non vogliono correre rischi. L’alternativa sarebbe iniziare i lavori secondo il progetto originario, che ha già tutte le autorizzazioni necessarie.
La funivia del Lagaccio era pensata soprattutto in funzione dei croceristi, mentre la variante Granarolo viene presentata come un’opera utile ai genovesi. Il masterplan, infatti, prevede anche la creazione di un parco verticale tra via Bianco e la zona di Forte Begato, cioè un’area sportiva sul versante in cui praticare trekking, downhill e altri sport che sfruttano la pendenza. La prospettiva ha già messo in allarme i residenti, preoccupati per le discese spericolate dei ragazzi in bici.
Come prosegue ora la mobilitazione? “Oggi per la prima volta ci siamo auto-organizzati per parlare di quest’opera, volevamo annusare l’aria e ci sembra che gran parte dei residenti di Granarolo sia contraria – spiega Guzzi -. Ora attendiamo gli sviluppi”. Il comitato aveva presentato un ricorso al Tar sul vecchio progetto, che tuttavia diventerà superato se Comune e aziende si metteranno d’accordo sulla variante. Per altre azioni legali bisognerà aspettare gli atti, e al momento esistono solo le dichiarazioni. Ma di certo la battaglia di chi si oppone alla funivia non è finita.