No al nucleare, ma anche alle rinnovabili: il caso di Carlo Petrini

  • Postato il 12 dicembre 2024
  • Di Il Foglio
  • 1 Visualizzazioni
No al nucleare, ma anche alle rinnovabili: il caso di Carlo Petrini

Martedì i firmatari dell’appello “100 per Cento Rinnovabile” hanno proposto un documento divulgativo per affermare, tramite una selezione estremamente accurata di dati, che l’energia prodotta con le tecnologie nucleari costa più di quella da fonti rinnovabili. E’ ancora il cosiddetto “ecologismo del ma”: l’energia nucleare non emette anidride carbonica “ma” ben altra è la soluzione.

 

Tra i firmatari dell’appello antinucleare e “100 per Cento Rinnovabile” il caso forse più interessante è quello di Carlo Petrini, gastronomo, sociologo, scrittore, fondatore dell'associazione Slow Food. Il 17 aprile 2010 Carlo Petrini scriveva sulla Repubblica l’articolo “Pannelli solari via dalle campagne” in cui sosteneva (le frasi che seguono sono copiate e incollate) che il fotovoltaico può “fare danni quali erosione dei suoli, perdita di fertilità, di terreni agricoli, di biodiversità, cibi e sovranità alimentare”, “i suoli sottostanti perdono permeabilità; l’attività biologica tende a morire dando luogo a fenomeni di desertificazione che ne decreterebbero l’infertilità e aumenterebbero il pericolo di alluvioni”, “se si creano dei danni ambientali, anche il fotovoltaico (e qualunque altra tecnologia rinnovabile) diventa insostenibile”. Il 10 febbraio 2011, un mese prima del cataclisma giapponese di Fukushima, ecco l’articolo “No agli impianti sui terreni coltivabili”.

 

Eccone qualche frase assortita: “Il fotovoltaico è un possibile pericolo per agricoltura e territorio”, l’eolico “produce poca energia”. Un anno dopo, il 9 maggio 2012, Petrini con l’articolo “Anche l’energia pulita può inquinare” informava i lettori di Repubblica che sono “impianti a fini speculativi, costruiti troppo vicini alle abitazioni o in siti sbagliati, che pongono seri problemi di sostenibilità”, “il biogas, tra le fonti energetiche rinnovabili, sta cominciando a creare più problemi che vantaggi”, “c’è un forte impatto sul paesaggio e sul consumo di suolo agricolo”. Ma sono articoli vecchi. Ma le tecnologie in questi anni sono migliorate. Ma.

Continua a leggere...

Autore
Il Foglio

Potrebbero anche piacerti