“Niente sorteggio per i membri laici del Csm”: Forza Italia “sfida” gli alleati e presenta due emendamenti alla separazione delle carriere

  • Postato il 7 gennaio 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Escludere i membri laici del Consiglio superiore della magistratura – avvocati e accademici scelti dal Parlamento – dall’elezione tramite sorteggio, che rimarrebbe così prevista solo per i membri togati, quelli scelti dai magistrati nelle proprie file. È l’obiettivo di due emendamenti che Forza Italia ha depositato al disegno di legge costituzionale sulla separazione delle carriere, in discussione in prima lettura nell’Aula della Camera. Le proposte di modifica portano le firme dei deputati Tommaso Calderone, Enrico Costa, Annarita Patriarca, Pietro Pittalis e Paolo Emilio Russo: si tratta dei primi emendamenti sottoscritti dalla maggioranza alla riforma della giustizia, se si escludono i due presentati in Commissione dalla Lega per sancire la superiorità del diritto nazionale rispetto a quello europeo, poi dichiarati inammissibili. L’esame del provvedimento riprenderà mercoledì 8 gennaio, dopo la discussione generale conclusa il 9 dicembre: il voto sugli emendamenti arriverà probabilmente in una seduta successiva.

Ora i berlusconiani cercheranno di far convergere sulla proposta le altre forze di maggioranza: se non ci riuscissero, il destino più probabile è che venga ritirata. L’ipotesi però è in campo da diversi mesi e ha già ricevuto la “benedizione” pubblica del padre della riforma, il ministro della Giustizia Carlo Nordio: “Mentre i giudici devono essere indipendenti e autonomi, i parlamentari sono espressione della volontà popolare, quindi, se il Csm deve avere una minima rappresentanza popolare, l’ipotesi di escludere questa dal sorteggio è fondata”, aveva detto. In realtà nel ddl il sorteggio dei laici è già previsto quasi solo sulla carta: l’estrazione, infatti, dovrà avvenire nell’ambito di un elenco di professori e avvocati compilato dal Parlamento, di cui non è specificata la consistenza numerica. Di fatto quindi la politica – a differenza della magistratura – continuerà in ogni caso a scegliere in qualche modo i propri rappresentanti al Csm.

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Il Fatto Quotidiano

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