Nicolò Fagioli, le scommesse, lo sfogo su Instagram e il diritto a ripartire

  • Postato il 15 aprile 2025
  • Di Panorama
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Un lungo messaggio social nel mezzo della bufera, con le pagine dei giornali e ore di trasmissioni che setacciano il passato, copia e incolla di atti dell’inchiesta sulle scommesse illegali rapidamente diventate il modo migliore per spiare dal buco della serratura vizi (tanti) e virtù (poche) degli “eroi” del calcio italiano. Nicolò Fagioli ha certamente commesso errori gravi, ma può dire senza tema di smentita di aver pagato. E di aver diritto a provare a rialzarsi senza essere messo alla gogna con un “fine pena mai” che rappresenta per lui, soprattutto, la vera condanna.

“Ho sbagliato, ho pagato, ho diritto a rialzarmi” è l’appello rilanciato attraverso il suo profilo Instagram, prendendosela con la stampa e con chi da giorni saccheggia le carte dell’inchiesta per rilanciare chat, conti correnti, debolezze pubbliche e private di un ragazzo passato attraverso l’inferno della ludopatia e che ha rischiato di bruciare la propria carriera insieme a diversi milioni di euro. E che oggi si sta ricostruendo, fino a prova contraria avendo sconfitto i fantasmi del passato.

Un confine sottile, quello tra l’esercizio del diritto di cronaca su personaggio pubblico e il rispetto che si deve perché quel percorso di redenzione e ritorno alla normalità non sia reso ancora più difficile ed incerto di quanto non sia già in partenza. Di sicuro intorno a una vicenda di grande impatto come il coinvolgimento dei calciatori nei giri di scommesse non si può pretendere l’oblio. Ma è altrettanto vero che molte delle carte uscite aggiungono poco o nulla alla storia, spesso trascinano in prima linea persone che nulla hanno fatto di sbagliato se non provare ad aiutare amici in difficoltà, gettano in pasto all’opinione pubblica pezzi di vita celebrando un processo su piazza che nella migliore delle ipotesi deve ancora essere pesato dalle autorità giudiziarie.

Fagioli ha ragione a chiedere conto di questo, rivendicando i passi compiuti per accettare le conseguenze delle proprie azioni e il diritto a ricominciare senza finire nel tritacarne. Non è un trattamento di favore per un ragazzetto viziato, ma un tratto di strada da condividere attendendo che l’inchiesta penale faccia il suo corso. Quella sportiva, fino a prova contraria, è un capitolo chiuso che si potrà riaprire solo in caso di fatti nuovi e significativi che ad oggi non sembrano essere emersi. Ognuno può legittimamente pensare che la formula del patteggiamento cui hanno aderito Fagioli e Tonali nel 2023 sia stato troppo o troppo poco: la verità è che è stato quello che il sistema prevede, in Italia e pure altrove dove le pene sono anche più lievi di quelle italiane. Se non piace, che si cambi, ma senza farne pagare il conto a chi ci è già passato e ora viene consegnato al chiacchiericcio perenne che infanga senza possibilità di redenzione.

Nicolò Fagioli, le scommesse, lo sfogo su Instagram e il diritto a ripartire
(tratto da Instagram)

Lo sfogo di Fagioli su Instagram

Ecco il testo del lungo messaggio con cui il centrocampista della Fiorentina ha voluto esprimere pubblicamente il suo disagio per essere finito nuovamente sui giornali: “Ho pagato il mio debito con la giustizia. Con una condanna e una sacrosanta squalifica, con umiliazioni continue e giustificate, con la vergogna provata e con il rischio di non rialzarmi più. Ho raccontato della mia patologia, seria, nelle scuole, ai miei familiari, agli amici e alla stampa. Quella stessa stampa che affronta spesso le problematiche gravi della mia malattia e come affrontarle, ma che oggi mi rimette alla gogna. Ancora una volta.

Ho sopportato il peso di aver commesso qualcosa di brutto. Di aver deluso tutte le persone che credevano in me. Ormai non è certo una novità: senza alcun vittimismo, ho passato un periodo buio, ho sofferto di una brutta patologia e questa non è assolutamente una giustificazione. Ma vedere ora tutto questo accanimento mediatico mi sta facendo rivivere quei fantasmi. No, stavolta tutto questo non è giusto.

Ho sbagliato, ho pagato, senza aver fatto male a nessuno se non a me stesso e alle persone accanto a me. E come ogni persona che sbaglia e paga, ho tutto il diritto di rialzarmi. Tutti, anche chi scrive oggi, possono cadere e commettere errori. L’importante è saperlo riconoscere e credo che la forza di un uomo stia nel sapersi rialzare. Avevo 19 anni all’epoca dei fatti e la ludopatia aveva preso il sopravvento su di me. Me ne sono pentito, ma la vita mi ha dato una seconda opportunità e la vorrei cogliere, avendo già scontato tutto ciò che dovevo scontare.

Chiedo rispetto adesso, dopo aver affrontato un processo, preso una giusta condanna. Chiedo scusa a tutti i colleghi, a tutti gli amici che, a causa dei miei errori si trovano, loro malgrado coinvolti o nominati – anche se solamente in una riga di giornale – in questa situazione solo per avermi aiutato. E ringrazio la Fiorentina, la Juventus, gli amici e la mia famiglia, che non hanno mai smesso di supportarmi e aiutarmi in un momento difficile. Anche se li ho sicuramente delusi.
Non ritornerò più sull’argomento, adesso devo solo pensare a dare il massimo sul campo”
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Autore
Panorama

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