New York Times: “La mail con le richieste della Casa Bianca a Harvard è partita per errore”
- Postato il 19 aprile 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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La guerra senza esclusione di colpi dell’amministrazione Trump contro Harvard sarebbe scoppiata per sbaglio. Secondo il New York Times la lettera dell’11 aprile in cui venivano fatte all’ateneo richieste così estreme in materia di programmi, ammissioni e assunzioni da imporre un netto rifiuto sarebbe partita per errore. A spedire la mail è stato il consigliere giuridico del ministero della salute Sean Keveney, che fa parte della task force della Casa Bianca sull’antisemitismo. I contenuti sono autentici ma gli insider della Casa Bianca citati dal quotidiano sostengono ora che sia partita prematuramente. Altri dicono che fosse ancora solo per uso interno. Di certo la lettera è arrivata a destinazione quando i vertici di Harvard pensavano di aver aperto un dialogo con l’amministrazione che avrebbe evitato lo scontro.
Tra le pretese della Casa Bianca contenute nella missiva c’erano la riforma o chiusura di programmi “con gravi precedenti di antisemitismo“, inclusi quelli della Facoltà di Teologia, della Scuola di Sanità Pubblica e della Scuola di perfezionamento in Educazione, l’interruzione delle politiche di assunzione e promozione che tengono conto di razza, religione, sesso o origine nazionale, la chiusura di programmi e iniziative di diversità, equità e inclusione (DEI) e addirittura una “verifica della diversità di punti di vista tra il corpo studentesco, i docenti, il personale e la leadership”. Harvard non ha avuto altra scelta che rispondere con un netto rifiuto provocando il congelamento di 2,2 milioni di fondi federali da parte della Casa Bianca.
Un’alta funzionaria ha confermato il pasticcio ma rovesciato le responsabilità su Harvard: “Hanno sbagliato i suoi avvocati a non chiamare la task force con cui parlavano da due settimane”, ha detto May Mailman, senior policy strategist della Casa Bianca, secondo cui l’ateneo si è invece “impegnato in una campagna di auto-vittimizzazione”. Accuse rispedite al mittente dall’università: “La lettera era firmata da tre alti funzionari, scritta su carta intestata e spedita da una casella di mail di un alto funzionario l’11 aprile”, si legge in un comunicato di Harvard che prosegue: “Chi riceve questo tipo di corrispondenza da parte del governo degli Stati Uniti, anche quando le richieste sono così ampie e sorprendenti per la loro ingerenza, non ne mette in dubbio l’autenticità né la serietà”.
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