Neuralink e la simbiosi con Grok

  • Postato il 9 maggio 2025
  • Di Focus.it
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Il 28 aprile 2025 Bradford G. Smith, 50enne dell'Arizona affetto da sclerosi laterale amiotrofica, ha postato questo messaggio dal suo profilo @ALScyborg su X: «Sono la terza persona al mondo a ricevere l'impianto cerebrale di @Neuralink. La prima con SLA. La prima non verbale. Sto digitando questo messaggio col mio cervello. È la mia forma di comunicazione primaria. Chiedetemi qualunque cosa! Risponderò almeno a tutti gli utenti verificati! Grazie @elonmusk!».. Scrivere (e postare) grazie a una BCI. Smith, che è completamente paralizzato e dipende da un respiratore, è il terzo paziente a ricevere e utilizzare un microchip cerebrale di Neuralink, l'azienda co-fondata da Musk impegnata nel progetto di sviluppo di un'interfaccia cervello-computer (Brain-Computer Interface, BCI) avanzata. È anche il primo essere umano a comunicare pubblicamente con un post generato grazie a questa tecnologia. Un chip grande come una grossa moneta nella corteccia motoria di Smith capta l'attività elettrica dei suoi neuroni, filtra il segnale, lo amplifica e lo trasmette via Bluetooth a un MacBook, che lo processa e lo usa per muovere un cursore sullo schermo e scrivere stringhe di testo. . L'IA per comunicare più rapidamente. In perfetta consonanza con l'obiettivo di Neuralink di creare una sorta di simbiosi tra esseri umani e intelligenze artificiali, vari sistemi di IA stanno aiutando Smith ad esprimersi in modo più naturale e veloce. Uno di questi, già usato da pazienti con SLA privi di impianti cerebrali, ha ricavato un clone della sua voce da vecchie registrazioni vocali di quando l'uomo era sano e lo usa per leggere i messaggi scritti sullo schermo (lo ha usato anche per fare il voice-over del video postato su X, montato sempre grazie all'interfaccia cervello-computer). Un'altra IA supporta il paziente nella formulazione di risposte sui social. Si tratta di Grok, un chatbot sviluppato da xAI, la startup di intelligenza artificiale fondata da Elon Musk.. Tu chiedi, il chatbot risponde. Grok è un assistente di IA integrato a X, progettato per interagire in modo fluido con gli utenti, analizzare immagini, rispondere a domande complesse e per essere aggiornato in tempo reale con il flusso di contenuti pubblicati sulla piattaforma social, adattando le sue risposte di conseguenza. Altri segni particolari: l'essere non per forza politicamente corretto, come altri chatbot, e la tendenza a rispondere in modo brillante simulando una sorta di "senso dell'umorismo".. Un piccolo aiuto. In una risposta a un utente di X che si dichiara fan di Elon Musk ("Adrian Dittmann"), che chiedeva di descrivere la sua esperienza con Neuralink, Smith ha utilizzato vocaboli e punteggiatura che hanno spinto i più attenti a chiedergli se avesse completato la frase con un'intelligenza artificiale. In un messaggio al sito della MIT Technology Review, Smith ha confermato di aver usato Grok per formulare le risposte, dopo aver fornito al chatbot alcuni appunti presi sui suoi progressi. «Ho chiesto a Grok di usare quel testo per dare risposte complete alle domande» ha scritto Smith. «Io sono responsabile del contenuto, ma ho usato l'IA per stendere la bozza».. Alcune Perplessità. Oltre alle potenzialità della tecnologia proposta da Neuralink nel permettere a persone paralizzate di tornare a comunicare, la sinergia tra social media, microchip e IA appartenenti a un'unica persona solleva perplessità tra chi si occupa di neuroetica: quanto sono autentici i pensieri di Smith, se l'ossatura iniziale delle sue risposte viene elaborata da un large language model - seppur allenato sui suoi appunti? Dove finisce il mondo personale di un paziente, per forza di cose rallentato nelle sue risposte dalla malattia, e dove inizia il marketing di quello che la MIT Technology Review definisce l'ecosistema di Musk? Smith ha dichiarato alla rivista del MIT di avere una visione di un large language model più "personale" che si alleni sui suoi passati scritti e risponda con le sue opinioni e il suo stile. La fusione tra cervello umano e IA inizia ad essere già qui. Con risvolti non del tutto rassicuranti..
Autore
Focus.it

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