Nessuno sta meglio: anche quest’anno le ferie hanno fallito

  • Postato il 26 agosto 2025
  • Di Il Foglio
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Nessuno sta meglio: anche quest’anno le ferie hanno fallito

Più passano gli anni più ha ragione Flaiano. L’editto prevede che l’Ennio si citi pochissimo per evitarne l’inflazione, ma sui metodi per sopravvivere d’estate aveva già scritto tutto nel “Diario degli errori” – un libro mobile, che cambia col tempo e impari a leggere nel corso dei decenni: “La noia e la malinconia aspettano dovunque si vada per divertimento, per cambiare. Solo il luogo dove viviamo non ci fa pensare alla morte, al fallimento, alla vecchiaia. Turismo, triste invenzione. Non c’è salute fuori della propria grotta. Stare fermi. Turismo, impulso sessuale. Quando ci si conosce bene, da questo lato, inutile muoversi; oppure muoversi per lavoro, lavorando”.   


Fine agosto lascia tutti scorticati, il sole tramonta nel grigio, in spiaggia fa freschino, resta il deposito tossico dell’umore. La vacanza era la promessa di rigenerazione, un mese fa, e si rivela flaianesca fabbrica di delusioni. Alzano la mano per essere contati come eccezione quelli che hanno passato i fusi orari per andare a fare i cristofori colombi, e tornano – dicono – con l’apertura mentale. Non s’è capito cosa ci è entrato, in quella mente aperta, insomma li si sopporta. Gli onesti vacanzieri invece ammettono il fallimento: anche stavolta agosto è stata una fatica. Sul lettino analitico del dopo-ferie, i casi clinici più comuni.

1. Lo Stabat Mater. Patologia: esaurimento operativo cronico. E la chiamano vacanza. Venti giorni di trasporto merci, intrattenimento, compiti, ristorazione collettiva. E’ un poco meglio in caso di marito collaborante, ma poca differenza. Settembre è il mese tutelare delle madri, silenzio tombale di un ufficio qualunque, cemento, vita.

2. La moglie abbandonata. Una collera metastatica la prende nei Tre Giorni dell’Amante, quando il Caino parte per uno strano impegno imprevisto.

3. L’amante a mani semivuote. Il week-end lungo dovrebbe ripagare qualcosa. Invece non ripaga niente. Sogno tanto che il femminismo faccia il suo più grande scarto di progresso, che è non dover più contemplare nell’attualità certe categorie-Vanzina che invece stan sempre lì sui lidi, gagliarde e vigorose. Altro che denunce TikTok dei molestatori ospedalieri.

4. L’illuso. Caso tipico di aspettativa euforica frustrata. Voleva rinascere, almeno abbronzarsi, ma torna identico.

5. La Coppia forte/debole/moscia/nuova/storica. L’overdose di presenza e l’aver poco da fare a parte stare insieme è un bagno di veleno. Non resiste nemmeno l’amore di Shakespeare. Si torna odiandosi, tutti uguali, in una bella livellatura delle relazioni. 

6. Il Pensionato-Schiavo. Ha detto sì alla vacanza coatta con nipoti ipereccitati dal sole e dal mare. Riflette gravemente sul fatto che non è possibile che tra generazioni si tenti sempre di fregarsi a vicenda: la buona salute del vecchio la sfrutterà – pure quella – il giovane. 

7. Persone che avevano già i pensieri loro e agosto non ha aiutato. Tra le cose che uno scopre col tempo, è che l’unica difesa contro il sabotaggio di sé stessi, che è il più potente, è aver sempre qualcosa da fare. Il lavoro nobilita l’uomo e – quello che nessuno dice – gli salva il cervello. La vacanza è un amplificatore, quello intendeva Flaiano, e serve un carattere troppo robusto per godersela davvero.

Conclusione del referto collettivo: Nessuno si è rigenerato. L’esperimento vacanza fallisce ancora una volta. Non c’è iodio, non c’è aria di montagna, non c’è latitudine contro la vita, che resta precisissima a scontentare.

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Autore
Il Foglio

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