Nervi tesi dopo le Regionali. Zaia, Vendola, Emiliano e Sangiuliano puntano a restare sotto i riflettori

  • Postato il 25 novembre 2025
  • Politica
  • Di Blitz
  • 3 Visualizzazioni

Nervi tesi nel mondo politico: il crollo record della affluenza alle urne è  il vero vincitore delle Regionali. Nessuna sorppresa sui risultati: Centrodestra al Nord, Centrosinistra al Sud. Tale verdetto dà (forse) ragione a quanti sostengono che il Belpaese è spaccato in due, tre parti.

Vittorio Feltri nel suo ultimo libro (“Chi non legge è perduto”, Mondadori) va giù duro: ”Proviamo da secoli a raccontare un’Italia unita, ma in realtà resta un mosaico di distanze inesorabili”.

Insomma, Cristo è sempre fermo a Eboli, come scriveva Carlo Levi nelle sue notti lucane la bellezza di 90 anni fa. La sua denuncia feroce contro l’abbandono del Sud sta ancora oggi in piedi. Denuncia, è vero, rinnovata a Napoli dal “campo largo” con le promesse del neo governatore grillino. Ma non ha scaldato i cuori. Staremo a vedere.

Una campagna elettorale vacua

Una campagna priva di sentimenti, più slogan che idee, zero visioni, molta prosopopea, non poteva che finire come è finita: cioè con la disaffezione per la politica, una indifferenza inevitabilmente aumentata.

nichi vendola
Nervi tesi dopo le Regionali. Zaia, Vendola, Emiliano e Sangiuliano puntano a restare sotto i riflettori (foto Ansa-Blitzquotidiano)

Al posto di grandi temi – sicurezza, lavoro, sanità, istruzione – affrontati perlopiù senza indicare le adeguate coperture, hanno fatto notizia delle bagatelle non sempre sapide, molte addirittura odiose, strumentali.

Qualche esempio? La schitarrata anti Meloni della cantautrice in cerca della perduta visibilità, la barca di Fico, la famiglia nel bosco, le stucchevoli polemiche sul sindaco dem che “ha speso un tesoro per gli Lgbt”.

Nella memoria degli elettori hanno fatto breccia più il gossip (e dintorni) che le necessità sociali. Più le imprese degli antagonisti dei centri sociali che i progetti per arginare la povertà, il caro vita, l’emorragia dei giovani dal Sud, l’accesso alle cure.

Ora che i riflettori delle Regionali sono spenti (o quasi), ora che si pensa già alle prossime politiche, restano in coda potenziali veleni. Quattro le storie da seguire. Un poker di politici che scalpitano inquieti.

Il doge, Nichi, Michelone e Genny

Nell’ordine: Luca Zaia, Nicola Vendola per gli amici “Nichi”, il neo papà (a 66 anni) Michele Emiliano e il “rubacuori” Gennaro Sangiuliano. Tutti finiti in panchina ma non rassegnati a stare nell’ombra.

Zaia, governatore del Veneto fermato dallo stop al quarto mandato, capolista della Lega in tutte le circoscrizioni, è stato decisivo per far arrivare il Carroccio davanti a Fratelli d’Italia nel derby del Centrodestra.

Nichi, sponsorizzato da Fratoianni, non è stato eletto nel Consiglio regionale della Puglia (AVS sotto la soglia di sbarramento) ma è stufo dopo 10 anni di panchina.

Big Michele, magistrato in aspettativa, spera (per ora) almeno in un assessorato. Lo pretende. Non vuole tornare in servizio, lo spedirebbero lontano dalla Puglia come è successo ad Antonio Ingroia, spedito in Valle D’Aosta.

Infine Genny, ex ministro ed ex corrispondente Rai da Parigi. E’ entrato in Consiglio ma i suoi numeri sono scarsi. Resta dunque in bilico seppur protetto dalle sorelle Meloni. La tensione nel partito è alle stelle.

L'articolo Nervi tesi dopo le Regionali. Zaia, Vendola, Emiliano e Sangiuliano puntano a restare sotto i riflettori proviene da Blitz quotidiano.

Autore
Blitz

Potrebbero anche piacerti