Neri “scimmie”, ebrei “infidi”, e “I love Hitler”. Le chat dell’ala trumpiana dei giovani repubblicani. E la Casa Bianca prende le distanze
- Postato il 15 ottobre 2025
- Mondo
- Di Il Fatto Quotidiano
- 2 Visualizzazioni
.png)
“I love Hitler”. Le “camere a gas” da riaprire per i nemici politici. I neri equiparati alle “scimmie”. Lo stupro, trasformato in un gesto “epico”. Sono solo alcune delle frasi, parole, immagini presenti nei messaggi Telegram che una dozzina di leader dei “giovani repubblicani” di New York, Kansas, Arizona, Vermont si sono scambiati tra il gennaio e l’agosto 2025. Pubblicati ora da Politico, i messaggi – sono migliaia – rivelano le divisioni profonde che l’ascesa di Donald Trump ha provocato anche nei settori giovanili del G.O.P. (Grand Old Party). Soprattutto, le chat testimoniano il razzismo, il sessismo, l’antisemitismo, l’omofobia che segnano idee e cultura dei giovani repubblicani, mostrati senza timore e vergogna in quello che si riteneva fosse un “luogo” protetto dagli sguardi e dai giudizi esterni.
Sono momenti difficili per la libertà di espressione negli Stati Uniti. L’estrema polarizzazione politica e un confronto sempre più acceso hanno risvegliato un linguaggio spesso estremo e violento in entrambi gli schieramenti. L’amministrazione Trump si è mossa per sanzionare idee e azioni considerate sovversive. A molte università sono state chieste liste degli studenti che hanno manifestato a favore della Palestina. Un ordine esecutivo e una direttiva hanno preso di mira i membri di “Antifa” e, in generale, tutti coloro che diffondono opinioni “antiamericane”. Soltanto un paio di giorni fa il Dipartimento di Stato ha revocato i visti di sei stranieri che avrebbero celebrato l’assassinio di Charlie Kirk. Per questo tra molti repubblicani regnano ora imbarazzo e fastidio. L’emergere della chat degli Young Republicans mostra sentimenti di intolleranza e incitamento alla violenza che l’amministrazione Trump ha sinora attribuito agli avversari.
La chat va appunto collocata nel contesto turbolento delle lotte interne ai giovani repubblicani. Lo scorso agosto a Nashville si è svolto il congresso della “Young Republican National Federation” e, a contendersi la guida dei circa 15 mila iscritti, si sono ritrovati in particolare due gruppi: da un lato Grow YR, più moderata e ufficiale, più in linea con la tradizione liberista e atlantica del partito, guidata dal segretario uscente Hayden Padgett; dall’altro Restore YR, vicina al populismo trumpiano, segnata dalle idee MAGA, con a capo Peter Giunta, “giovane repubblicano” di New York. Alla fine ha prevalso, ancora una volta, Padgett, ma lo scontro è stato duro e senza esclusione di colpi. Lo testimonia proprio la chat che Giunta e compagni di corrente hanno creato su Telegram e che hanno significativamente chiamato “War Room”, la stanza della guerra lanciata per il controllo del partito dei giovani.
“Chiunque voti no deve finire nelle camere a gas”, scriveva Giunta in chat, riferendosi ai rivali repubblicani del Congresso di Nashville. Joe Maligno, autodefinitosi il general counsel del gruppo, notava allora che “è necessario sistemare le docce. Non si adattano all’estetica di Hitler”. Un altro membro del gruppo, Annie Kaykaty, spiegava di essere comunque pronta a vedere “bruciare” i nemici politici, mentre tra le tante manifestazioni d’entusiasmo per i metodi un po’ brutali qualcuno del gruppo esclamava: “Adoro Hitler”. Nella chat abbondano insulti e oscenità nei confronti di minoranze e categorie protette. Parole come faggot, frocio, retarded, ritardato, e la n-word, il modo denigratorio per riferirsi agli afroamericani, ritornano per ben 251 volte. I neri vengono variamente definiti “scimmie” e “mangianguria”. Per i partecipanti alla chat, “non ci si può fidare degli ebrei”. In un messaggio una donna “obesa” viene identificata come “indiana”. Parte poi la correzione: “Non è che sia indiana. E’ che non si lava”. Sempre in tema di donne, proprio Giunta faceva notare la fortuna di essere atterrato sano e salvo, nonostante l’aereo su cui aveva viaggiato fosse pilato da una “lei”, e per di più “di dieci tonalità di colore più scure di una nata in Sicilia”.
La frase “I love Hitler” ritorna in chat quando c’è da vincere il voto dei giovani repubblicani del Missouri. “Voteranno il candidato più di destra”, viene assicurato, ciò che appunto spinge Giunta a manifestare il proprio amore per Hitler. I giovani del Missouri vengono poi lodati perché “detestano i froci”. Per quanto il gruppo faccia di tutto per seguire il vangelo conservatore di Trump – l’accusa più infamante per loro è essere definiti RINO, l’epiteto scagliato dal presidente contro i “Republicans In Name Only”, i repubblicani solo di nome, falsi, non in linea – in certi momenti battute e insinuazioni si rivolgono anche contro il capo. “E’ troppo impegnato a bruciare i file di Epstein”, scrive a un certo punto uno dei membri del gruppo, alludendo ai documenti che l’amministrazione non avrebbe reso pubblici proprio per nascondere i legami con l’uomo che forniva ragazzine ai potenti. A un certo punto, tra le migliaia di messaggi, ne compare uno che allude alla possibilità che quelle chat diventino di dominio pubblico. “Finiremo cucinati per bene” scrive uno dei partecipanti, per poi però proseguire fiducioso nell’invocazione di uno “stupro”.
“Non abbiamo niente a che fare con questo gruppo”, dichiara ora la Casa Bianca, escludendo nel modo più assoluto che i “giovani repubblicani” della chat possano essersi ispirati al messaggio trumpiano – oltre che diretti riferimenti al pensiero del presidente, tra i messaggi del gruppo si trovano anche frasi che sembrano modellate su quelle più controverse di Charlie Kirk. Parla di “linguaggio vile e senza scuse” la “Young Republican National Federation”, che chiede l’allontanamento dei responsabili. A fioccare sono proprio richieste di licenziamenti e condanne. E’ stato licenziato Peter Giunta, che era capo staff di un deputato dello stato di New York, Mike Reilly. Sono stati sciolti i giovani repubblicani del Kansas, i cui leader hanno entusiasticamente partecipato alla chat. E il partito chiede ora le dimissioni di Samuel Douglass, altro membro del gruppo, oggi senatore dello Stato del Vermont. Fioccano le prese di distanza, ma l’imbarazzo nel partito è evidente per lo squarcio che la chat offre su cultura, linguaggio, sentimenti di millennial e Gen Z repubblicani.
L'articolo Neri “scimmie”, ebrei “infidi”, e “I love Hitler”. Le chat dell’ala trumpiana dei giovani repubblicani. E la Casa Bianca prende le distanze proviene da Il Fatto Quotidiano.