Neonata di Gaza salvata all’ospedale Meyer: aveva un raro tumore di 2 chili, “tre volte il suo peso”
- Postato il 21 ottobre 2025
- Salute
- Di Il Fatto Quotidiano
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Era arrivata in Italia da Gaza a soli 10 giorni di vita, dopo essere nata prematura alla 33esima settimana e con un tumore molto raro, un teratoma sacro-coccigeo. I medici dell’ospedale Meyer di Firenze, dove la piccola è stata subito ricoverata, l’hanno operata appena le sue condizioni lo hanno permesso, togliendole una neoformazione di circa 2 chili. La bimba, che oggi ha 28 giorni, “sta meglio e prosegue il decorso post operatorio nella terapia intensiva neonatale del Meyer”, spiega in una nota la struttura sanitaria toscana.
L’intervento a cui è stata sottoposta è durato due ore e mezzo. I chirurghi, guidati in sala dal dottor Enrico Ciardini, hanno asportato una massa, posizionata alla base delle colonna vertebrale e particolarmente estesa: “Per farsi un’idea delle dimensioni – si spiega nel comunicato – basti pensare che prima dell’intervento la piccola pesava 4.300 grammi, subito dopo 1.500”. “Si tratta di un tumore raro, che ha un’incidenza di 1 caso su 40/50mila nati, e ancor più raro data l’eccezionalità delle dimensioni della massa neoplastica, che pesava quasi tre volte la piccola – racconta Ciardini – Di qui l’importanza di un intervento altamente specializzato e tempestivo, che restituisse alla bambina la possibilità di avere una buona qualità di vita”.
Oggi la piccola “sta crescendo e guadagnando progressivamente peso e la ferita post-operatoria si sta rimarginando”. “La bambina è arrivata in condizioni cliniche abbastanza serie, anche per un concomitante stato infettivo, ma è attualmente in costante miglioramento – spiega Marco Moroni, responsabile della terapia intensiva del Meyer – La ferita post-operatoria, data la dimensione del tumore, era inevitabilmente importante ma sta migliorando giorno dopo giorno e, pur con tutte le cautele del caso e consapevoli che il percorso sarà lungo, siamo contenti”.
La neonata è arrivata in Italia insieme alla famiglia nella notte tra il 29 e il 30 settembre nell’ambito di un programma di assistenza umanitaria dello Stato italiano, grazie alla Cross (Centrale remota operazioni soccorso sanitario) e alla Prefettura di Firenze. I parenti sono stati accolti in una delle strutture che fa parte della rete di accoglienza del Meyer. A seguirli nel loro percorso ospedaliero, oltre al personale sanitario, gli operatori del servizio sociale del Meyer e i mediatori linguistici messi a disposizione dalla Fondazione Meyer, che sostiene anche la loro accoglienza.
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