“Nella vita e in campo”: alla scoperta del Monterrey di Sergio Ramos, avversario dell’Inter al Mondiale per Club

  • Postato il 17 giugno 2025
  • Calcio
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“En la vida y en la cancha”. Facebook, Instagram, X o TikTok. Basta aprire qualsiasi pagina social del Monterrey per leggere in alto sempre lo stesso slogan. Tradotto: “Nella vita e in campo”. Lo stesso atteggiamento, la stessa disciplina e la stessa perseveranza nella quotidianità, portati anche in campo. Un principio fondante di una della realtà più famose e vincenti della storia del calcio messicano. Sarà il Monterrey la prima avversaria dell’Inter al Mondiale per Club 2025, nel match in programma alle ore 3 della notte italiana di mercoledì 18 giugno.

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Soprannominati “Rayados” (“strisciati”) per la classica maglia a strisce bianche e blu, il Monterrey ha conquistato nella propria storia 5 campionati messicani e 5 CONCACAF Champions League (tre consecutive) per citare i trofei più rilevanti. Arrivano al Mondiale per Club per giocarsela fino in fondo, anche perché la loro storia dice che nella competizione – seppur il format fosse diverso – non sono mai stati una “comparsa”, visto il terzo posto nel 2012 e nel 2019. Il Monterrey si è qualificato al Mondiale per Club 2025 grazie alla vittoria contro il Club America nella finale della CONCACAF Champions Cup 2021, conquistando uno dei quattro posti assegnati alla Confederazione del Centro-Nord America.

Cenni di storia

Nato nel 1945, il Monterrey non si è imposto da subito come un club da battere, anzi. Il primo titolo è infatti arrivato dopo 41 anni, nel 1986, con il successo nel campionato messicano. Ma facendo un passo indietro, i “rayados” sono ricordati per un tragico evento che colpì il club proprio nell’anno della fondazione. Nella notte di venerdì 14 settembre 1945 l’autobus con cui la squadra si stava recando a Guadalajara, per affrontare il Club Oro nella terza partita della stagione, andò a fuoco mentre effettuava rifornimento e mentre gran parte dei calciatori dormiva. Più di 10 rimasero feriti, due addirittura morirono. Questo terribile incidente segnò il percorso della squadra durante la stagione 1945-1946, conclusasi con 21 sconfitte consecutive. Nonostante la tragedia, il Monterrey giocò tutte le 30 partite della stagione, ma alla fine dell’anno il consiglio direttivo comunicò il ritiro dal torneo.

Ripartiti negli anni successivi, i “rayados” vinsero appunto il primo campionato nel 1986, ma gli anni che i tifosi ricordano con maggior affetto sono quelli del nuovo millennio. In primis perché il club passò alla FEMSA, multinazionale messicana attiva nel settore delle bevande e della ristorazione con sede proprio a Monterrey. Si tratta della più grande azienda imbottigliatrice della Coca-Cola del mondo. In secondo luogo perché nel 2015 il club si trasferì nel modernissimo stadio BBVA Bancomer. E per ultimo – non per importanza – perché tra il 2003 e il 2021 il club messicano ha vinto cinque campionati e cinque CONCACAF Champions League, tre consecutive tra il 2010 e il 2013. Nel 2020 è anche arrivato il “Triplete“, punto in comune con l’Inter che ci riuscì però 10 anni prima. Il Monterrey è comunque senza dubbio una realtà affermata in Messico, anche se quest’anno l’annata non è stata delle migliori con l’eliminazione ai quarti di finale dei playoff di Clausura per mano del Toluca.

Giocatori chiave e filosofia di gioco

La storia del club nel proprio paese e in campo internazionale suggerisce già che il Monterrey non è una squadra cuscinetto, non è l’ultima arrivata. Ad avvalorare la tesi, alcuni nomi presenti in rosa: uno su tutti è Sergio Ramos, arrivato a febbraio e già autore di 3 gol da difensore in appena 8 partite. Un altro giocatore da tenere d’occhio è sicuramente Lucas Ocampos, vecchia conoscenza del calcio italiano e della Serie A. L’attaccante argentino ha vestito le maglie di Genoa e Milan in Serie A , mostrando – seppur a tratti – discrete qualità tecniche.

Nessun altro nome noto, ma una filosofia di gioco ben definita. L’allenatore è infatti Domenec Torrent, spagnolo. Basterebbe la nazionalità per riassumere l’idea di calcio dei “rayados”. Ma per rendere ancora più chiaro il concetto, è importante precisare che Torrent è stato per 11 anni – dal 2007 al 2018 – assistente di Guardiola al Barcellona, al Bayern Monaco e al Manchester City. Possesso palla, giocatori tecnici e brevilinei, difesa alta e ricerca continua del dominio del possesso. L’idea di calcio dell’allenatore e di conseguenza del club messicano è questa, ma non ci sarebbe da stupirsi se contro l’Inter cambiasse qualcosa, visto il divario tecnico tra le due rose.

Monterrey-Inter, dove vedere in tv e streaming

Il Mondiale per Club viene trasmesso interamente da DAZN che ha i diritti di tutte e 63 le partite che si disputeranno, compresa quindi Monterrey-Inter. Il match è disponibile gratis, senza bisogno di pagare l’abbonamento. Per guardarlo basterà effettuare la registrazione alla piattaforma. Il match dei nerazzurri sarà visibile anche su Mediaset, che ha la co-esclusiva dell’evento, e trasmette in tv una gara al giorno in chiaro, tra le migliori in programma nella fascia serale.

  • 18 giugno, ore 3:00: Monterrey – Inter (diretta Dazn, in replica ore 21, Italia 1)

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