Nella disfida commerciale tra Usa e Ue il problema è Pechino

  • Postato il 15 luglio 2025
  • Di Panorama
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Bruxelles si prepara alla linea dura contro Donald Trump sui dazi? Lunedì, i ministri del Commercio dell’Ue hanno definito “assolutamente inaccettabili” le tariffe al 30%, minacciate dal presidente americano. In questo quadro, è stato anche fatto sapere che sarebbero allo studio delle contromisure nei confronti della Casa Bianca.

“Sono assolutamente sicuro al 100% che una soluzione negoziata sia di gran lunga migliore della tensione che potremmo avere dopo il primo agosto”, ha dichiarato il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, per poi tuttavia proseguire: “Dobbiamo essere preparati a tutte le conseguenze”. “L’Ue resta pronta a reagire e ciò include contromisure solide e proporzionate, se necessario”, ha aggiunto il ministro degli Esteri danese, Lars Lokke Rasmussen.

Domenica, Ursula von der Leyen aveva annunciato una sospensione delle misure ritorsive europee, nel tentativo di concludere un accordo commerciale con Washington entro la scadenza del primo agosto. Tutto questo, mentre non si registrava unanimità da parte dei 27 sull’approccio da seguire: se la Francia era su posizioni barricadiere, l’Italia si muoveva per salvaguardare le relazioni transatlantiche. La Germania, dall’altra parte, sceglieva una sorta di via di mezzo tra Parigi e Roma.

“Gli Stati Uniti d’America sono stati derubati nel commercio (e nell’esercito!), da amici e nemici, allo stesso modo, per decenni. Questo è costato migliaia di miliardi di dollari, e la situazione non è più sostenibile – e non lo è mai stata! I Paesi dovrebbero fermarsi e dire: ‘Grazie per i tanti anni di libertà, ma sappiamo che ora dovete fare ciò che è giusto per l’America’. Dovremmo rispondere dicendo: ‘Grazie per aver compreso la situazione in cui ci troviamo’”, ha dichiarato, dal canto suo, Trump.

Insomma, mentre la scadenza del primo agosto si avvicina, Washington e Bruxelles sembrano, almeno per il momento, restare distanti. Il vero nodo risiede nel fatto che i negoziatori europei hanno fondamentalmente travisato la logica che sta muovendo il presidente americano sui dossier commerciali. Per Trump, i dazi, prima che una questione economica, ne rappresentano infatti una politica e di sicurezza nazionale.

In tal senso, oltre alle tariffe applicate dalla Casa Bianca su comparti considerati strategici (a partire dall’acciaio), uno dei principali problemi riguarda la Cina. Trump non ha affatto apprezzato che, soprattutto negli ultimi due anni, Francia e Germania hanno rafforzato ulteriormente i loro rapporti con Pechino, spingendo anche Bruxelles a fare altrettanto. Ebbene, non va trascurato che, secondo Politico, il 24 luglio la von der Leyen è attesa nella Repubblica popolare per il summit Ue-Cina.

Non si può quindi escludere che la recente lettera di Trump sui dazi a Bruxelles sia (anche) una forma di pressione in vista di questo appuntamento. Il presidente americano vuole infatti che i Paesi europei allentino le loro relazioni economiche e politiche con il Dragone. Non a caso, la Casa Bianca sta tentando una non facile manovra a tenaglia, per cercare di mettere in difficoltà la Cina: è, per esempio, in tal senso che ha recentemente concluso un accordo commerciale con il Vietnam.

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Panorama

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