“Nel nostro mondo splendore visibile e diritti invisibili”: l’appello per il referendum di oltre 400 lavoratori dello spettacolo
- Postato il 10 maggio 2025
- Lavoro
- Di Il Fatto Quotidiano
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Da Lino Guanciale ai Punkreas, da Serena Dandini a Ricky Gianco, passando per Marina Massironi, Lella Costa, Francesco Paolantoni, Elio De Capitani. Sono solo alcuni degli oltre 400 firmatari di un appello del mondo dello spettacolo, dell’arte e della cultura per sostenere i 5 sì ai referendum dell’8 e 9 giugno che riguardano i diritti dei lavoratori e di cittadinanza. L’appello è un’iniziativa “dal basso” di un gruppo di lavoratrici e lavoratori aderenti alla sigla Slc Cgil di Milano. “Lavoriamo per la cultura, l’arte, lo spettacolo e il nostro è un lavoro fatto di splendore visibile e diritti invisibili, misconosciuti, difficili da applicare” si legge nell’appello. “Per noi lavoratrici e lavoratori della cultura, dell’arte e dello spettacolo – continua il documento – è necessario, oggi, mettere sotto i riflettori i diritti del lavoro e quelli della cittadinanza, che ne è la premessa”. Per questo, proseguono i firmatari, “sentiamo nostro il disagio di tutti i lavoratori, visibili e invisibili. Il legame fra democrazia e lavoro, sancito dal primo rigo della Costituzione, è in gioco”.
“Ogni palco è un luogo di confronto e ogni lavoratore può trasformarsi in un cittadino che rivendica e conquista nuovi diritti. Da una parte guerre, dazi, sfruttamento, dall’altra pace, condivisione, diritti del lavoro. Con questi referendum scegli da che parte stare”. “Conosciamo ogni vite, ogni lampadina, l’energia ed il suo costo, i contratti ed i diritti che danno corpo al sogno. Di quanta realtà deve nutrirsi la cultura” si afferma nell’appello. “Fatalmente quando si restringe il campo dei diritti decadono cultura e arte. Per noi è necessario, oggi, porre sotto i riflettori e davanti ai microfoni i diritti del lavoro e quelli della cittadinanza, che ne è la premessa. Sono precisamente i temi così poco noti e così necessari di questo referendum”. L’appello sottolinea come “precarietà e discontinuità rendono la nostra vita e quella della maggior parte dei lavoratori e delle lavoratrici sempre più difficile” e per questo con i referendum “possiamo fermare questo declino!”.
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