Nel carcere di "Mare fuori" riapre il teatro di Eduardo

  • Postato il 17 ottobre 2025
  • Italia
  • Di Libero Quotidiano
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Nel carcere di "Mare fuori" riapre il teatro di Eduardo

L'esperienza del carcere minorile può essere una nuttata particolarmente fonda, se la struttura di accoglimento non si pone, per davvero, l’obiettivo di tendere una mano ai propri ospiti, garantendo a ognuno la speranza di un avvenire di libertà e autodeterminazione. I ragazzi del Filangieri di Napoli e dell’Istituto penale minorile di Nisida, perla delle Flegree, trovarono in Eduardo De Filippo, nominato senatore a vita nell’81, molto più che un amico. A dispetto delle infinite primavere che portava sulle spalle, si capì subito che il ruolo del senatore “pantofolaio” poteva attagliarsi a uno dei personaggi delle sue splendide commedie, ma non a lui come cittadino: il centro della sua azione sarebbe stata la gioventù più fragile, quei giovani che «a causa di carenze sociali, hanno dovuto deviare dalla retta via». C’era la contezza, da parte sua, che si dovesse puntare il dito non sugli adolescenti detenuti, bensì sulle manchevolezze di un tessuto sociale che, intriso di fariseismo, si dichiara umanitario ma nei fatti non è disposto «a dare fiducia e lavoro a un avanzo di galera».

Il suo primo pensiero, da neo eletto, fu per i reietti del Filangieri; il suo sogno, che non riuscì a portare a compimento in vita (e che non vide la luce neanche dopo la sua dipartita), era di «assegnare al Filangieri uno spazio in una località ridente su cui costruire un villaggio con abitazioni e botteghe, dove i giovani possono abitare e lavorare».

Questo per quanto concerne il Filangieri. Per quanto attiene invece a Nisida, L’ l’utopia si concretizzò: contribuì alla ristrutturazione del Teatro del carcere e fondò, al suo interno, una scuola di scenotecnica e di recitazione. È una storia poco conosciuta e ci ha pensato Massimiliano Gallo, nel suo debutto alla regia, a raccontarla nel film La salita, presentato all’ultima Mostra di Venezia.

La morte di Eduardo nell’84, oltre alla scomparsa dell’artista di caratura mondiale, aveva portato con sé pure l’uscita di scena di un uomo il quale, in virtù del suo carisma, poteva indirizzare le istituzioni verso le cause giuste. Ma il sogno di Eduardo non può e non deve svanire.

L’evento tenutosi ieri nell’IPM della piccola isola del Golfo di Napoli, Il sogno di Eduardo: il teatro, i giovani, il futuro, è stato allestito con la finalità di raccogliere fondi per il recupero e la riapertura del Teatro. L’appuntamento è stato promosso dalle più alte istituzioni, col Ministro della Giustizia Carlo Nordio e il Capo Dipartimento perla Giustizia Minorile Antonio Sangermano a introdurre i lavori. Ai contributi filmati (immagini di Eduardo in visita al Filangieri, accompagnate da estratti audio del suo discorso di insediamento a Palazzo Madama; proiezione di una parte del film La salita) è seguìto un momento di confronto, moderato da Gaia Tortora, tra gli studenti della Luiss e i ragazzi ristretti sul tema della libertà, con la partecipazione della Vice Presidente Luiss Paola Severino e del Direttore del Mattino Roberto Napoletano.

Tra i partecipanti Domenico Fortunato, presidente della Nazionale Calcio Attori (la raccolta fondi è legata a un match di beneficenza tra Attori e vecchie glorie del Napoli); Ninetto Davoli, testimone diretto delle consonanze emotive tra Pasolini e il papà di Cupiello; Samuele Carrino, protagonista de Il ragazzo dai pantaloni rosa (storia di un minorenne vittima, similmente ai minorenni di Nisida, di una società che strozzava la sua voce); monsignor Davide Milani, segretario della fondazione pontificia Gravissimum Educationis, in prima linea nell’ambito della cultura e dell’educazione. Conclusioni affidate al Sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, tramite il quale è stato messo a bilancio, vincolato, più di un milione di euro per la rinascita del Teatro.

Sono temi, questi, che toccano l’emotività di molti ed il successo di Mare fuori tra il pubblico giovanile non è casuale. I giovani a piede libero che si immergono, da spettatori, nella fortunata serie vivono sotto lo stesso cielo dei reclusi di Nisida. Tutti i giovani, se giovani lo sono nei fatti e non soltanto per anagrafe, ribollono di libertà. Come ribolle Nisida che, non a caso, è un’isola vulcanica.

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Libero Quotidiano

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