’Ndrangheta, CioccolaTò e Mercatini di Natale: arrivate le prime richieste di condanne, 4 anni e mezzo per tre imputati

  • Postato il 11 luglio 2025
  • Cronaca
  • Di Quotidiano Piemontese
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TORINO – Nelle prime ore del 10 giugno 2024 il Servizio centrale operativo della Direzione Centrale Anticrimine della polizia di Stato (SISCO) ha portato avanti una maxi operazione contro la ’ndrangheta negli appalti del comune di Torino relativi alle manifestazioni Cioccolatò e Mercatini di Natale.

Gli agenti hanno arrestato otto persone, accusate di estorsione, sequestro di persona e violenza privata. Tra gli indagati l’imprenditore Francesco Ferrara, “re dei mercatini di Natale” e dello street food.

Oggi sono arrivate le prime richieste di condanne: per tre imputati chiesti quattro anni e mezzo di carcere. Questa la richiesta in abbreviato più pesante per l’inchiesta su Cioccolatò. Il principale imputato, Francesco Ferrara, ha scelto il processo ordinario e andrà a giudizio a fine ottobre.

La pm Manuela Pedrotta ha però chiesto già la condanna per alcuni dei suoi collaboratori.

Tra questi, riporta Rai News, c’è Giacomo Lo Surdo, difeso dall’avvocato Domenico Peila: Lo Surdo, ex leader del gruppo ultras della Juve degli Arditi è coinvolto anche nell’inchiesta sulla ‘ndrangheta a Moncalieri che ha portato all’arresto anche di un sindacalista della Cisl e dell’ex prima linea Francesco D’Onofrio, accusato di aver partecipato all’omicidio del procuratore Bruno Caccia.

Richiesta la medesima pena anche per Antonio Masotina, coinvolto in altre vicende legate a estorsioni ad organizzatori di eventi, e Salvatore Spera.

Ferrara avrebbe usato metodi mafiosi per intimidire i suoi collaboratori, spesso culminante in minacce e atti violenti. Uno degli episodi più gravi si è verificato quando un ex collaboratore ha chiesto il pagamento di circa 20mila euro di provvigioni attraverso un’azione legale. Gli indagati hanno costretto il collaboratore a ritirare l’azione minacciandolo, sequestrandolo e picchiandolo (hanno persino tentato di strozzarlo con una corda attorno al collo). Per uno di questi episodi è stata chiesta la condanna a un anno e 4 mesi di Gregorio Voci. La sentenza il 30 settembre.

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Quotidiano Piemontese

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