Naufragio di Cutro, appello conferma condanna per lo scafista turco

  • Postato il 11 gennaio 2025
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Naufragio di Cutro, appello conferma condanna per lo scafista turco

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Condanna in Appello confermata per lo scafista turco nel processo per il naufragio di Cutro. Fuggì all’estero dopo la strage

CUTRO – La Corte d’Appello di Catanzaro ha confermato la condanna a 20 anni di reclusione e tre milioni di euro di multa per Gun Ufuk, lo scafista turco finito sotto accusa nel processo col rito abbreviato per il tragico naufragio di Cutro, in cui sono morte 100 persone nel febbraio 2023. L’uomo, difeso dall’avvocato Salvatore Andrea Falcone, avrebbe curato il trasbordo dalla prima alla seconda imbarcazione. Dalla Luxury 2, che ebbe un’avaria al motore, al caicco Summer Love, affondato dopo l’urto contro la maledetta secca a cento metri dalla spiaggia di Steccato. La difesa aveva ottenuto la riapertura dell’istruttoria dopo la produzione dell’informativa della Procura di Crotone sui mancati soccorsi, ma l’esito in Appello non è cambiato. Ufuk non è l’unico imputato che ha scelto il rito abbreviato fra quanti sono accusati di aver provocato l’affondamento del caicco. Vent’anni, in primo grado, sono stati inflitti anche al siriano Mohamed Abdessalem, presunto timoniere dell’imbarcazione, rintracciato successivamente.

NAUFRAGIO DI CURTO, RITO ORDINARIO

Ufuk e Abdessalem si aggiungono ad altri tre fermati nell’immediatezza: il turco, Sami Fuat, ritenuto il capitano, e due facilitatori pakistani, Khalid Arslan, e Ishaq Hassnan (dichiaratosi inizialmente minorenne ma poi smascherato), condannati a pene da 11 a 16 anni nel processo col rito ordinario celebratosi dinanzi al Tribunale penale di Crotone.

PARTE CIVILE

Sono 17 le parti civili costituite che Ufuk dovrà risarcire in separata sede. Familiari delle vittime e sopravvissuti sono difesi dagli avvocati Nicola Colacino, Gianfranco d’Ettoris, Salvatore Rossi, Roberto Stricagnoli, Barbara Ventura, Pietro Vitale. Ministero dell’Interno e Regione Calabria dall’avvocatura dello Stato.

NAUFRAGIO DI CUTRO, MOTIVAZIONI CONDANNA

«L’ipotesi accusatoria ha trovato ampio e pieno riscontro» nel racconto «preciso, circostanziato ed inequivoco» dei superstiti, dieci dei quali hanno «unanimemente riconosciuto» l’imputato, aveva scritto la gup Elisa Marchetto nel motivare la sentenza di primo grado. Sono stati, dunque, i sopravvissuti al massacro a inchiodare Ufuk, immortalato anche in un video agli atti dell’inchiesta. L’imputato, poco prima che la barca si ribaltasse, «anziché chiamare i soccorsi o prodigarsi per prestare soccorso ai migranti stipati nel caicco (tra i quali vi erano molte donne e bambini) – rilevava ancora il giudice – si procurava la fuga, a bordo di un gommone, riuscendo poi a dileguarsi, sottraendosi alle forze dell’ordine». Ufuk fu arrestato, due mesi dopo la tragedia, in Austria, dove si era rifugiato «evidentemente grazie al supporto dell’organizzazione criminale nella quale era inserito», era detto nella sentenza di primo grado. Un riferimento all’organizzazione transnazionale su cui indaga la Dda di Catanzaro.

LEGGI ANCHE: Lo scafista Ufuk inchiodato dai sopravvissuti – Il Quotidiano del Sud

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