Naufragio del Bayesian, il report britannico: lo yacht aveva “una significativa vulnerabilità strutturale”

  • Postato il 15 maggio 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Il Bayesian era vulnerabile a raffiche di vento estreme, “specialmente con la chiglia retrattile sollevata”. Ma queste vulnerabilità “non erano indicate nel manuale di stabilità a bordo” e quindi “non erano note né all’equipaggio, né al proprietario”. Ci sono delle prime conclusioni sull’incidente dello Yacht inglese affondato al largo di Porticello lo scorso 19 agosto. Si tratta di conclusioni “intermedie”, in attesa dell’indagini italiana, pubblicate dalla Marine Accident Investigation Branch (Maib) del Regno Unito, un’organizzazione governativa che indaga gli incidenti marittimi inglesi. Nell’incidente, avvenuto nella piccola baia ad est di Palermo, hanno perso la vita lo chef di bordo e sei ospiti, tra cui il magnete britannico Mike Lynch e la figlia Hannah, di 19 anni.

Lo yacht, lungo 56 metri e battente bandiera britannica, costruito dal cantiere Perini Navi Viareggio nel 2008, era salpato da Milazzo il 14 agosto per una crociera intorno alle Isole Eolie. Il 18 agosto, preoccupato per il peggioramento delle condizioni meteo, il comandante aveva deciso di spostarsi da Cefalù a Porticello, ritenuta una zona di ancoraggio più protetta. Il giorno seguente, mentre era ancorata a mezzo miglio dalla costa, l’imbarcazione è stata colpita da raffiche superiori a 117 km orari, secondo quanto riportato dal Maib. Raffiche che hanno portato il veliero ad inclinarsi rapidamente di 90 gradi prima di iniziare a imbarcare acqua e affondare in meno di venti minuti.

Era prevedibile? Il Maib ha commissionato al Met Office, il servizio nazionale meteorologico nazionale britannico uno studio sulle condizioni meteo di quel giorno a largo della costa nord occidentale siciliana. Secondo il Met Office inglese, la possibilità di una tempesta mesociclonica con supercella associata, ovvero un temporale caratterizzato al suo interno dalla presenza di un di una bassa pressione in rotazione era “altamente probabile” ed erano possibili anche trombe d’acqua, tornadi e downdraft con venti che avrebbero “potuto raggiungere la forza di un uragano estremo”. Questo secondo lo studio sul meteo era dunque prevedibile. Ma non basta a spiegare il rapido affondamento del Bayesian, provocato da una debolezza strutturale dell’imbarcazione.

Nel report britannico, infatti, si legge che lo yacht aveva “una significativa vulnerabilità strutturale legata alla posizione della chiglia retrattile, che – se sollevata, come in quel momento – riduceva drasticamente la stabilità dell’imbarcazione. Una condizione critica che non era riportata nel manuale di stabilità a bordo, e che quindi né l’equipaggio né il proprietario avrebbero potuto conoscere”. Quindi il capitano, sebbene potesse prevedere delle condizioni meteo eccezionali come quelle verificatesi, non era a conoscenza che retrarre la chiglia avrebbe esposto il Bayesian ad una rapida inclinazione, è questo che in sostanza emerge dall’indagine governativa britannica. Un’indagine che non è ancora conclusa. E non potrebbe dal momento che il veliero si trova ancora in fase di recupero dal fondale di Porticello e che è sotto sequestro della procura di Termini Imerese. Gli investigatori britannici dunque devono aspettare i tempi dell’indagine italiana. Ma dalle testimonianze dei sopravvissuti, dallo studio delle condizioni meteo e del manuale di stabilità di bordo, sono state tratte queste prime evidenze. Pare dunque prendere forma una prima ricostruzione delle responsabilità della tragedia al largo di Porticello.

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Il Fatto Quotidiano

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