Nato o non Nato: europei, se volete la pace, fatevi l’atomica
- Postato il 29 giugno 2025
- Politica
- Di Blitz
- 1 Visualizzazioni

Nato o non Nato, questo è il nuovo dilemma della Elsinore europea. Il dubbio amletico riguarda il Rearm Europe. Se nasce l’esercito europeo, con quali motivazioni, per quale scopo e soprattutto come.
Il come nasce è fondante e fondamentale. Quando nel dopoguerra nacque la CECA, la Comunità economica per il carbone e l’acciaio, era chiaro il progetto, mettere a sistema delle filiere fondamentali per lo sviluppo industriale europeo. Se l’accordo della Nato sul 5% in dieci anni come approdo finanziario alla difesa è solo una tangente, o pizzo, da pagare alle aziende americane del settore, per compensare lo sbilanciamento commerciale lamentato da Trump o si trasforma in qualcos’altro.
Ha ragione l’ex primo ministro francese Villepin, dobbiamo investire il 5% in tecnologie e formazione militare, ma dobbiamo farlo su di noi, non comprando merci altrui. Dobbiamo costruire a ritmo cinese i nostri Stealth, il nostro Iron Dome, i nostri sistemi satellitari e di telecomunicazione, la nostra, diciamolo pure senza falsi pudori, atomica.
Senza l’atomica europea non siamo nazioni ma solo sudditi americani, oggi, russi forse domani. Il Pakistan, che è un paese più piccolo della UE, è un paese dotato di deterrenza nucleare, e così Israele.
L’ombra della seconda guerra

Perché l’Europa non ce l’ha, a parte la Francia, che si è mossa sempre autonomamente in questo campo? Perché Italia, Germania, e secondariamente la Spagna, paesi fondatori europei, soffrono ancora il vulnus dei paesi cattivi e bellicosi che ci hanno portato alla Seconda guerra mondiale.
Diverso è il caso del Giappone, il quale ha sposato una politica pacifista dei tre No, non le produce, pur avendone la tecnologia, non le possiede e non le ospita. Mentre noi europei su questo argomento rimaniamo ambigui ed ipocriti. C’è chi le ha, e chi le ospita, ma senza avere come europei un responsabile, autonomo e pragmatico deterrente nucleare.
Sovranismo è essere responsabili, come europei, non nascondersi sotto la gonna nucleare americana.
Nato, patto di vassallaggio
La Nato non è un alleanza militare, ma un patto di vassallaggio alla forza statunitense. La Nato potrà essere una alleanza, Santa o meno, se l’Europa avrà i suoi cacciabombardieri strategici, la sua atomica, il suo sistema satellitare difensivo, il suo scudo missilistico.
Tutte queste cose contano di più dell’euro, sia per il dato politico che per quello industriale. Dotarsi in 10 anni di un apparato militare avanzato significa mettere in campo dati economici decisamente più grandi dell’automotive su cui ci lecchiamo le ferite. Il Pil industriale che si può sviluppare, più che raddoppiando i budget delle economie europee sul comparto difesa, è immenso, altro che PNRR. Inoltre, come sempre accade, da investimenti e ricerca, sul campo militare ed aerospaziale, la ricaduta sul piano industriale cosiddetto civile è enorme.
Per un progetto così ambizioso si dovrebbe lavorare da subito sul piano di un’offerta formativa in tutto il continente, aumentando i cosiddetti laureati STEM, ingegneri, informatici ed affini. Sarebbe un salto quantico per l’unione europea, che oggi è solo una vecchia zitella con i capelli coronati, vedi Ursula, da spremere per il bullo di turno.
Il quale, Trump, fa il suo mestiere, siamo noi che non facciamo il nostro. La dimensione dei problemi, e delle relative soluzioni, soprattutto in ciò che è ricerca e sviluppo, è talmente grande che noi nei nostri asfittici confini siamo totalmente inconsistenti. Anche perché se non facciamo l’atomica europea, vero totem del Rearm Europe, altro che il carrarmato, la Germania senza freni inibitori di oggi si farà da sola la sua V2 atomica.
A quel punto il populismo, che monta come marea, potrebbe innescare la terza guerra mondiale. L’atomica europea, una bomba democratica, rispetto a quelle autocratiche, è l’unica soluzione per mantenere la pace, almeno in Europa.
L'articolo Nato o non Nato: europei, se volete la pace, fatevi l’atomica proviene da Blitz quotidiano.