Nasce la rete dei “Preti contro il genocidio” a Gaza: oltre 550 le adesioni di sacerdoti da tutto il mondo
- Postato il 17 settembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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All’iniziativa hanno aderito già oltre 550 sacerdoti provenienti da 21 Paesi del mondo. Nata da pochi giorni, la rete “Preti contro il genocidio” a Gaza vuole “dare voce unitaria alle tante iniziative personali che già esprimono denuncia e richiamo alla giustizia, nella fedeltà al Vangelo e alla Costituzione Italiana”, come si legge sulla pagina web ufficiale. “Come sacerdoti cattolici – pastori e guide di comunità – siamo indignati e non possiamo tacere di fronte alla tragedia umanitaria della popolazione civile palestinese nella Striscia di Gaza e negli altri Territori Palestinesi Occupati”, continuano.
Tra i sacerdoti e presbiteri che hanno già firmato il documento della rete c’è il cardinale di Rabat, Lopez Romero, così come don Luigi Ciotti e il missionario comboniano padre Alex Zanotelli. “Noi come preti volevamo uscire un po’ dalla sagrestia, recitiamo tanti salmi, tante parole ma io ho sentito molto forte che dovevamo mettere la faccia fuori. Noi preti non abbiamo né soldi, né armi, manifesteremo a modo nostro, con la preghiera, il 22 settembre, diremo, Signore abbi pietà di noi e donaci la pace”, ha detto padre Nicolao, uno dei sacerdoti che sono intervenuti oggi alla conferenza stampa di presentazione della Rete.
Il primo evento pubblico organizzato dai “Preti contro il genocidio” si terrà infatti alla vigilia della fase finale dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, una veglia di preghiera a Roma che partirà dalla chiesa di S. Andrea al Quirinale e arriverà fino a Montecitorio: “La marcia avrà cinque tappe con momenti di preghiera e canti”, hanno spiegato gli aderenti alla rete nella conferenza stampa di presentazione, sottolineando che “non c’è pace senza giustizia”.
La rete, ha spiegato il gesuita padre Massimo Nevila, ha “l’incoraggiamento indiretto” della Chiesa italiana. ”L’informazione della rete – ha spiegato – è arrivata al vicariato di Roma e attraverso esso alla Santa Sede. C’è un atteggiamento di benevolenza senza adesioni formali. Questa è una rete che parte dal basso”. Da parte della Chiesa italiana, ha aggiunto, “non c’è una presa di distanza, c’è un incoraggiamento indiretto. Il presidente della Cei non ha aderito perché parlerebbe a nome di tutti i Vescovi e ci riferiamo a persone che dovendo mediare non possono esporsi direttamente. Anche Papa Leone dice che le guerre non sono la risposta. La nostra non è una provocazione alla gerarchia se non a noi stessi per dire: diamoci una sveglia”.
Sulla scelta di usare il termine genocidio non utilizzato nei giorni scorsi dal segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin (a domanda specifica ha risposto che bisognerà studiare per capire se si può parlare in tal senso), don Rito Maresca – dell’arcidiocesi di Sorrento e tra gli animatori della rete – ha ricordato che “dal 24 novembre 2024 quando Papa Francesco disse che bisognava studiare per capire se a Gaza era in atto un genocidio sono trascorsi dieci mesi e ci sono migliaia di morti. Noi non siamo né giudici né giuristi ma vogliamo usare tutte le parole per fermare il massacro a Gaza”. Tra le azioni previste nel documento della rete c’è anche l’intenzione di inviare una lettera ai parlamentari italiani per chiedere “l’applicazione dell’art. 11 della Costituzione; la sospensione della vendita di armi a chi compie crimini contro i civili e un impegno concreto per un cessate il fuoco e un processo di pace”.
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