Napoli e Inter, lo scudetto si gioca anche tra veleni e peso politico

  • Postato il 22 maggio 2025
  • Di Panorama
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La calma prima della tempesta è una calma apparente. C’è una città (Napoli) che lavora per preparare la festa scudetto e un’altra (Milano) che si affanna a caccia dei preziosi e introvabili tagliandi per la finale di Monaco di Baviera. Tutto sembra compiuto anche se la storia recente di questo campionato spinge a non dare nulla per scontato, se è vero che a pochi giri di lancetta dal fischio finale di San Siro settimana scorsa l’Inter era davanti e il Napoli dietro. E se è vero che i partenopei sono arrivati col fiato così lungo a questo sprint tricolore da apparire a tratti quasi piantati su se stessi.

Il momento della verità è arrivato. Logica e proiezioni matematiche dicono che non ci può essere storia: Napoli campione d’Italia per la quarta volta dalla sua fondazione. Alla squadra di Conte serve una vittoria contro il Cagliari già salvo oppure di fare almeno lo stesso risultato dell’Inter che sarà a Como contro i ragazzini terribili di Fabregas. Campo in cui la capolista ha perso non più tardi di un paio di mesi fa. I nerazzurri ci vanno a una settimana dalla finale della Champions League contro il Psg, fisiologicamente l’impegno più importante nella testa di tutti.

Napoli prepara la festa scudetto: ecco cosa accadrà

Anche per questo tutto sembra apparecchiato per la festa del Napoli. La Lega Serie A sarà presente in forza al Maradona con il suo presidente, Ezio Maria Simonelli, con l’amministratore delegato, Luigi De Siervo e con tutto il cerimoniale per la premiazione in campo: coppa e medaglie, si spera in numero sufficiente per evitare la figuraccia della Uefa con il Tottenham vincitore dell’Europa League. A Como andrà un’altra copia del trofeo, che da qualche anno rimane poi al club vincente e viene riprodotto appositamente senza che debba essere riconsegnato in Lega, accompagnata da Andrea Butti che è l’Head of Competitions and Operations della Lega.

Tutti si aspettano, insomma, che la festa sia al Maradona e non in riva al lago e un altro segnale è dato dall’organizzazione capillare che le autorità pubbliche hanno previsto su Napoli e provincia: maxi schermi nelle principali piazze della città e in 53 comuni, segnale della diretta del match e di premiazione e festeggiamenti a disposizione dopo che per giorni Lega e Dazn hanno lavorato per trovare un’intesa con la Prefettura del capoluogo campano.

Inter, vigilia della volata scudetto tra silenzio e polemiche

L’Inter intanto lavora nell’ombra, stretta tra due esigenze. La prima è gestire nel migliore dei modi, fisico ed emotivo, l’avvicinamento alla finale della Champions League contro il Psg del 31 maggio. Ad Appiano Gentile il pensiero è rivolto soprattutto a quella data e per questo si centellinano le energie e i muscoli dei protagonisti a partire da Lautaro Martinez che a Como dovrebbe giocare qualche minuto come test prima del Psg.

Poi ci sono i veleni dell’ultimo periodo. Il silenzio stampa deciso nella notte della grande beffa con la Lazio non è stato sufficiente a far cambiare idea a un ambiente che ritiene di essere stato penalizzato nella volata per lo scudetto. Il presidente Beppe Marotta non è tornato sull’argomento pubblicamente, come poteva essere prevedibile facesse, e nel mirino ci sono gli episodi di Bologna e contro la Roma per i quali l’Inter ritiene non sufficienti le spiegazioni fin qui ricevute, nemmeno la certificazione che con i giallorossi a San Siro è stato commesso un errore grave.

Tra i tifosi, molti avrebbero gradito ascoltare l’audio delle comunicazioni tra sala Var e campo di quel giorno e sarebbe stato utile anche per mettere a tacere voci e sospetti su una presunta volontà di non farli circolare in un’epoca in cui gli arbitri sono estremamente trasparenti con le società e con i media. C’è ancora tempo, magari a stagione consumata.

Napoli e Inter, la guerra del calendario vinta da De Laurentiis

Quello che è certo è che la volata scudetto è servita anche per misurare i rapporti di forza politici tra De Laurentiis e Marotta. Il primo è formalmente in minoranza oggi, ma nella realtà è riuscito a imporre la sua linea sulla scelta delle date per l’ultimo turno e, soprattutto, per l’eventuale spareggio. Il problema non è tanto il giovedì o venerdì sera per la 38° giornata (i nerazzurri anticipare), ma aver proiettato un match per il titolo sulla settimana della finale di Champions League. Uno sgarbo che Marotta ha subito dovendosi adeguare. Certamente il sistema calcio italiano non ci ha fatto una bella figura, non avendo tutelato una sua squadra arrivata in fondo alla più importante competizione europea.

A occhio il Napoli vincerà anche la guerra per la sede dell’eventuale spareggio. A termini di regolamento dovrebbe essere San Siro, avendo l’Inter numeri migliori rispetto al Napoli, ma è praticamente certo che il Viminale sposterebbe tutto all’Olimpico di Roma. Dal 2018 le trasferte napoletane a Milano sono vietate o quasi, il problema è che rivalità e odi con le romane non sono da meno. Non deciderà la Lega Serie A che, infatti, ha fatto un passo indietro ricordando che esiste una regola ma anche una gerarchia delle fonti per cui alla fine sarà il Viminale a decidere. Post scriptum: è ovvio che i due club abbiano sensibilità differenti sul tema.

Autore
Panorama

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