Muoiono due persone dopo l’uso del taser, Piantedosi: “È imprescindibile, le polemiche sono pretestuose”
- Postato il 19 agosto 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Nel giro di 48 ore, tra sabato e domenica (16 e 17 agosto), sono morte due persone a seguito di interventi col taser da parte delle forze dell’ordine. Parte delle opposizioni, tra cui Avs (con Zaratti e Salis) +Europa (Magi) ha avanzato dubbi sull’uso della pistola elettrica, chiedendone la sospensione. A due giorni di distanza, è arrivata la replica del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi: “Chi, in maniera ideologica, critica l’utilizzo del taser deve tener presente che si tratta di uno strumento imprescindibile che viene fornito agli agenti proprio per evitare l’utilizzo di armi da sparo. Le regole di ingaggio prevedono che venga usato soltanto quando ci si trova di fronte a soggetti violenti e aggressivi che rappresentano un concreto pericolo per i presenti”.
Sabato notte ha perso la vita un 57 enne, a Olbia, che stava aggredendo i passanti e gli stessi carabinieri. Domenica, invece, è morta una persona di 41 anni nel Genovese. Questi, da quanto raccontato dai testimoni, stava aggredendo le persone e i sanitari intervenuti per calmarlo. In questo senso Piantedosi ha aggiunto che “la sicurezza dei cittadini è il primo obiettivo che deve essere perseguito. E dalle prime ricostruzioni è esattamente la situazione in cui si sono ritrovati i carabinieri intervenuti (ad Olbia e a Genova, ndr). Dunque, vanno respinte, perché del tutto pretestuose, pregiudiziali e infondate, le polemiche contro le forze di polizia a cui va tutta la gratitudine e il completo sostegno del nostro Governo”.
Per il ministro “il profondo cordoglio per il decesso di due persone, dopo che era stato usato su di loro il taser non deve essere strumentalizzato al solo fine di portare avanti l’ennesima campagna di antipatia verso i tutori dell’ordine. L’autorità giudiziaria farà accertamenti e valutazioni ma nulla può mettere in discussione professionalità, equilibrio e impegno delle forze di polizia”.
Nei due casi specifici, sottolinea Piantedosi, “si tratta di carabinieri intervenuti in altrettante situazioni estremamente difficili e rischiose. E non dobbiamo portare loro rispetto solo quando sono loro stessi a rimanere vittime di queste situazioni”.
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