Multe, un miliardo di incassi: le nuove regole non rallentano i Comuni

  • Postato il 6 ottobre 2025
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Le nuove regole del Codice della strada non hanno cambiato molto. Gli autovelox restano dov’erano, i cartelli pure, e le multe continuano ad arrivare: nell’arco dei primi nove mesi del 2025, i Comuni italiani hanno incassato oltre 1 miliardo e 250 milioni di euro dalle sanzioni per infrazioni stradali.

Codice della Strada 2025: cosa cambia e quanto si paga

I dati, raccolti dal Codacons, raccontano un Paese che continua a finanziare buona parte dei propri bilanci con ciò che gli automobilisti pagano quando sbagliano. La mappa, facile da leggere, vede in prima posizione la Lombardia con 305 milioni di euro in nove mesi, rincorsa da Toscana, a quota 131 milioni, ed Emilia-Romagna, a 129. All’estremo opposto la Valle d’Aosta con poco più di 2 milioni, un’inezia nel mare delle contravvenzioni nazionali.

Il divario Nord-Sud è sì economico, ma evidenzia pure altri fattori: se dove le strade sono più dense di traffico, le sanzioni si moltiplicano, altrove mancano mezzi, personale, perfino i punti in cui piazzare un autovelox. È, insomma, un’Italia che corre a due velocità anche quando si parla di multe.

Tra le grandi città, la fotografia rispetta le facili previsioni. Milano domina con 123 milioni di euro raccolti, quasi il doppio di Roma (78 milioni) e più del triplo di Firenze (39 milioni). Qui le trasgressioni al volante sono ormai un’entrata strutturale, un po’ alla pari delle tasse comunali o dei parcheggi a pagamento. Ignorare le normative può costare caro, e la cosiddetta “multa di sopravvivenza” è ormai diventata una voce fissa anche per le amministrazioni minori.

Incassi in calo ma non troppo

Nonostante la riforma del Codice della strada, entrata in vigore lo scorso dicembre, e la stretta sugli autovelox operativa da giugno, gli introiti si sono ridotti appena del 3,2% rispetto allo stesso periodo del 2024, pari a circa 41 milioni di euro, a fronte di oltre un miliardo incassato.

Le sanzioni più severe e le limitazioni sugli apparecchi non hanno dunque cambiato l’abitudine — o la necessità, commenteranno i malpensanti — di fare cassa con le infrazioni. Il Molise è la regione in maggiore crescita, con un +86% di incassi, davanti alla Sardegna con un +22% e all’Umbria con un +18%, mentre sul fronte opposto la Basilicata perde quasi un quarto delle entrate (-23,5%), la Sicilia rileva un calo del 18%. Alla base la solita logica: i controlli si moltiplicano? Le casse si riempiono. Vengono ridotti o disattivati? I bilanci si svuotano.

A livello urbano, sorprende il +41,7% registrato da Napoli in un anno e dà altresì adito a discussioni il +32,4% di Firenze, contro le flessioni di Roma, Palermo e Torino tra il 10 e il 16%. Il dato di Milano, invece, resta stabile, segno che il sistema di rilevazione lombardo — tra autovelox, varchi elettronici e zone a traffico limitato — ha raggiunto un equilibrio quasi industriale.

L’indagine del Codacons si chiude con un avvertimento: dal 30 novembre 2025 scatterà l’obbligo per tutti gli enti locali di comunicare il censimento completo degli autovelox installati. In caso di mancata segnalazione, il rischio è di dover spegnere gli apparecchi, e di rinunciare così a quella che, solo nelle maggiori città, valeva oltre 62 milioni di euro nel 2024.

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