Multe autovelox sul Cadibona: altri annullamenti del giudice di pace, ma la Provincia non spegne gli impianti
- Postato il 23 marzo 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Savona. Diventa inquietante, nel senso di quello che appare un mancato rispetto dei diritti dei cittadini, il caso degli autovelox installati sulle strade della provincia, e in particolar modo lungo il Colle di Cadibona, quindi di competenza dell’amministrazione provinciale.
Di recente, come raccontato dalla Stampa nei giorni scorsi, il giudice di pace ha annullato, su ricorso dell’avvocato Massimiliano Giugurta, due verbali nel tratto Savona-Altare perché mancava la documentazione relativa all’omologazione del dispositivo di rilevazione della velocità, ritenuto indispensabile per garantirne la precisione, come stabilito dalla Corte di Cassazione.
Un terzo verbale, relativo all’autovelox in funzione a Maschio, è stato invece annullato per il mancato rispetto della distanza minima della segnaletica di preavviso. Altri verbali, tra cui uno riferito all’impianto nei pressi della galleria Fugona, erano stati già annullati in precedenza.
Di fronte a questi provvedimenti, molti sindaci della Val Bormida hanno ritenuto doveroso spegnere gli autovelox installati nei loro territori, a tutela degli automobilisti, ma anche in autotutela del loro Ente. In alcuni casi si è deciso di effettuare i controlli sulla velocità con i telelaser.
Non risulta invece che abbia disattivato i dispositivi la Provincia, la pubblica amministrazione più coinvolta. Abbiamo provato a chiederlo al presidente Pierangelo Olivieri, ottenendo come risposta “che gli risultava tutto in regola” e rimandando a successivi accertamenti il cui esito non ci è mai pervenuto né soprattutto – eventualmente – e’ stato pubblicamente reso noto. Se ci sono provvedimenti che non conosciamo, siamo qui pronti a pubblicarli. Ma se, nonostante le sentenze del giudice di pace, gli autovelox incriminati fossero ancora attivi, sarebbe un fatto perlomeno molto controverso.
La Provincia di Savona non ha un buon rapporto con le multe. E’ ancora in corso la polemica per il caso delle “cartelle pazze”, le vecchie contravvenzioni recapitate senza numero di targa né luogo né ora dell’infrazione, che si può comunque considerare conclusa con una beffa per chi aveva già pagato, ma non ha potuto dimostrarlo (può capitare, a distanza di tanto tempo) e ha dovuto farlo una seconda volta, con notevoli aggravi: ma si tratta di multe che non avrebbero dovuto neppure partire.
La storia degli autovelox sul Cadibona è una storia ormai lunga. Sono tanti, troppi, la loro gestione amministrativa affidata con uno stratagemma alla Provincia di Imperia. Sul Cadibona i limiti cambiano troppo spesso, alla fine distraendo dalla guida e con alcuni paradossi imbarazzanti: ad esempio alcuni tratti in cui sono consentiti gli 80 allora sembrano in realtà più pericolosi di altri.
Sarebbe saggio, per concludere, se il presidente Olivieri decidesse una salutare doppia moratoria, spegnendo gli autovelox e annullando i verbali delle “cartelle pazze”.
Sulla vicenda delle omologazioni si sta muovendo anche il Ministero dei Trasporti, che ha chiesto all’Unione Europea di emettere un provvedimento che elimini la necessità di omologazione per i dispostivi (tra l’altro l’Italia è il Paese che ne ha di gran lunga di più).
Cioè: se un cittadino infrange una regola, viene sanzionato. Se a farlo è una pubblica amministrazione, si cambia la regola. Complimenti.