Mugello, “raid di 50 persone armate e incappucciate contro il parco eolico. Ingenti danni”. Sull’opera ancora indagini e ricorsi al Consiglio di Stato
- Postato il 7 luglio 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
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Alta tensione e ingenti danni si sono registrati nel cantiere del parco eolico di Monte Giogo di Villore, nel Mugello (Firenze). I fatti sono quelli ricostruiti nella nota diffusa dalla società Agsm Aim Spa, titolare del progetto eolico, che ha sporto denuncia ai Carabinieri di Borgo San Lorenzo. Il 2 e 3 luglio scorsi, una cinquantina di persone incappucciate, alcune armate di coltelli e con cani al seguito, ha occupato e sabotato abusivamente l’area in due irruzioni. I danni ai mezzi d’opera sono stati ingenti, stimati in centinaia di migliaia di euro. Nel corso del primo blitz, il 2 luglio, il gruppo, con passamontagna neri, ha aggredito e minacciato gli operai e tre ingegneri. I boscaioli sono stati circondati, le motoseghe sequestrate e i mezzi di trasporto danneggiati. Gli ingegneri, presenti sul crinale lato Vicchio-Villore, sono stati insultati, minacciati e spinti fuori dal cantiere. La sera successiva, il 3 luglio, approfittando del temporaneo allontanamento delle forze dell’ordine, i sabotatori sono nuovamente penetrati in aree più remote del cantiere, danneggiando gravemente tutti i mezzi d’opera lì concentrati.
Il Gruppo osservazione, la rete che raccoglie Cai, Italia Nostra e diverse altre associazioni ambientaliste del Mugello, ha preso le distanze dall’incursione dei giorni scorsi, né sa indicarne l’origine che, secondo la società Agsm Aim, ha invece a che fare con altri gruppi ambientalisti, quelli del “Campeggio di Lotta” convocato dal 2 al 6 luglio con i volantini dell’organizzazione “Siamo Montagna”, sui quali appunto si leggeva: “Torniamo insieme sul crinale, fermiamo la devastazione, blocchiamo i lavori del cantiere”. Agsm Aim aveva infatti risposto con una diffida e un esposto alla Procura di Firenze e alle forze dell’ordine, ribadendo l’impegno a garantire la sicurezza del personale e a completare il progetto, dichiarato di pubblica utilità dalla Regione Toscana e dal Consiglio dei ministri come parte del Piano Nazionale Energia e Clima. La realizzazione del parco eolico di Monte Giogo di Villore, un progetto da decine di milioni di euro per sette pale da 168 metri di altezza tra i comuni di Vicchio e Dicomano, è infatti al centro di una lunga battaglia. Nonostante la dichiarazione di pubblica utilità e un iter autorizzativo che ha coinvolto oltre cinquanta enti locali, il piano continua a incontrare l’opposizione degli ambientalisti del Gruppo osservazione, che negli anni scorsi si sono rivolti al Tar della Toscana, innanzitutto contro le valutazioni di impatto ambientale e di incidenza che violerebbero anche normative comunitarie visto l’impatto che l’opera, dicono, avrà su un corridoio ambientale abitato da specie protette come l’aquila e il gufo reale, tra le altre.
Ma il Tar ha respinto i ricorsi e recentemente gli ambientalisti hanno impugnato le decisioni al Consiglio di Stato e presentato diversi esposti alla Procura di Firenze. Secondo gli ambientalisti, mancherebbe anche il progetto esecutivo necessario all’autorizzazione, già rilasciata dalla Conferenza dei servizi, per le terre e rocce derivanti dagli scavi. A preoccupare, come già nei pareri negativi di due Soprintendenze, è il rischio di dissesto idrogeologico legato ai lavori di realizzazione delle strade e delle basi in cemento e al relativo passaggio di mezzi pesanti in un’area in cui le frane sono note e cartografate, come due recenti episodi franosi confermerebbero. Le indagini sono in corso e il mandato è stato affidato alla forestale. Sul fronte istituzionale, i pareri contrari non sono stati meno di quelli a favore, finora ritenuti prevalenti, che contano la Regione, l’unione dei comuni del Mugello e i due Comuni direttamente interessati dal progetto. A opporsi a quello che il fronte ambientalista definisce “disastro ambientale” sono stati, oltre alle due Soprintendenze, la direzione del parco nazionale delle Foreste Casentinese, ad appena due chilometri, l’unione dei comuni di Forlì, quella dei comuni della Val di Sieve e una serie di altri enti, come il Comune di San Godenzo. Tutti in difesa di un corridoio ecologico che ritengono cruciale per la flora e la fauna selvatica e l’interesse pubblico del territorio.
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