Mps, i pm: “Con incarico a Akros si voleva pilotare dismissione”. Schlein: “Giorgetti venga subito a riferire in Aula”

  • Postato il 29 novembre 2025
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“Non è spiegabile, se non nel senso di voler pilotare l’attività di dismissione, l’affidamento, di un anno fa, del ruolo di bookrunner unico a Banca Akros, intermediario con una sola esperienza di Abb alle spalle, peraltro di entità notevolmente inferiore a quella in esame, laddove i precedenti Abb del Mef erano stati affidati a un pool di banche internazionali’ come ‘Ubs, BofA, Jefferies, oltre che a Mediobanca”.

Lo scrive, raccontano le agenzie, il pm di Milano nell’atto di perquisizione eseguito nell’ambito dell’indagine sulla scalata a Mediobanca in cui sono indagati l’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone, il presidente di Luxottica Francesco Milleri e l’ad di Mps Luigi Lovaglio. 

Secondo i pm Giovanni Poilizzi e Luca Gaglio, che con il procuratore aggiunto Roberto Pellicano coordinano le indagini affidate al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Gdf, “in definitiva la procedura” di Abb con cui il Mef nel novembre 2024 ha collocato in pochi minuti il 15 per cento delle azioni Mps, pacchetto rilevato da Delfin, dal Gruppo Caltagirone, da Banco Bpm e da Anima, “si è svolta in patente violazione dell’art. 2 DPCM” sull’avvio del processo di dismissione della partecipazione del Mef in Bmps”.

Inoltre, ad avviso degli inquirenti, sarebbero state violate anche le “regole di trasparenza raccomandate”.

La procedura di Abb, continuano i pm, “non è stata competitiva, perché nei fatti non è stato dato modo ad eventuali altri offerenti (es. Unicredit) di conoscere dimensioni e prezzo della cessione, per eventualmente effettuare offerte migliorative”.

Nell’atto si evidenzia, per esempio, che “Akros, che non aveva disponibilità finanziarie sufficienti per garantire l’operazione, ha dovuto a sua volta ottenere garanzia dalla controllante Bpm per un importo pari a 600 milioni di euro (corrispondente al 7% delle azioni MPS)”.

E ancora: “Akros risulta aver effettuato già l’11.11.2024 (senza peraltro farne cenno nelle relazioni a Consob), prima dell’invito da parte del Mef, una simulazione di cessione del 15% di azioni Bmps, quantitativo che risulta poi effettivamente ceduto”.

A ciò si aggiunge, tra l’altro, il fatto che “non è stata data – come invece prassi – un’informazione al mercato sull’orientamento di prezzo delle offerte” in quanto il Ministero “risulta essersi opposto” comunicazione “tramite piattaforma Bloomberg su cui è stato diffuso solo “che il book era chiuso”.

E infine, oltre alle offerte del gruppo ristretto di acquirenti “di identico valore, ossia 5,9 euro per azione, con un premio pari al 6,96%33”, “la repentina chiusura del book, alle 19:40 e dopo 5 minuti dall’unico aggiornamento Bloomberg” la preclusioine della “partecipazione di diversi investitori istituzionali e strategici espressamente interessati”, tra cui Unicredit.

Schlein: “Giorgetti venga subito a riferire in Aula”

“Il quadro che emerge dall’inchiesta in corso sulla operazione di Mps su Mediobanca – attacca la segretaria dem, Elly Schlein – conferma le gravi preoccupazioni che abbiamo espresso nei mesi scorsi, in particolare per il ruolo opaco del governo e del Mef. L’unico interventismo in economia lo ha dimostrato favorendo scalate di cordate considerate amiche, anziché far rispettare il corretto funzionamento delle regole di mercato. La magistratura farà il suo lavoro, ma Giorgetti venga subito a riferire in Aula per chiarire al Paese tutti gli aspetti di questa vicenda”.

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Blitz

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