Movimento 5 Stelle e sistema Ricci: nomine e incarichi nell’Affidopoli di Pesaro

  • Postato il 28 luglio 2025
  • Di Panorama
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La solidità del campo largo dovrà superare il crash test delle Marche. L’avvocato del popolo Giuseppe Conte, dopo l’avviso di garanzia recapitato al candidato governatore dem Matteo Ricci, ha balbettato una dichiarazione lapalissiana quanto fuori linea rispetto alla vocazione manettara del suo Movimento: «Un avviso di garanzia non è una condanna». Ma l’insolita cautela di fronte alle pesanti accuse dei pm (il procuratore capo, Marco Mescolini, è lo stesso di Bibbiano, tanto per intenderci), non deve sorprendere: «Parlateci di Bibbiano» è un tormentone che appartiene a un’altra era politica e chi l’aveva ideato oggi fa l’euroburocrate in grisaglia. Conte lo sa e a Pesaro i piddini si vantano di essere stati i primi a tirare dentro al Sistema i 5 stelle. Un Sistema fatto di affidi diretti (lo stesso contestato dalla Procura) e nomine di cui sembrano avvantaggiarsi anche i grillini.

«Largo al factotum della città» cantava Figaro nel Barbiere di Siviglia. E nella città di Gioacchino Rossini i «factotum» che puntano a farsi largo sono diversi e di tutti i colori. Non c’è solo Massimiliano Santini, il «comunicatore» e fedelissimo di Ricci che con i suoi presunti maneggi ha inguaiato politici, dipendenti comunali e imprenditori.

Matteo Ricci e il M5s

Per capire come i 5 stelle siano stati risucchiati dentro al Sistema bisogna riavvolgere il nastro dei ricordi. Nel maggio del 2019 Ricci stravince le elezioni, battendo il candidato del centrodestra, l’avvocato Nicola Baiocchi e la sfidante dei 5 stelle, Francesca Frenquellucci, ma nonostante una maggioranza bulgara (20 consiglieri su 32), dopo la nascita del governo giallorosso a livello nazionale prova a replicare nel capoluogo marchigiano l’alleanza romana. L’avvolgente fascino del riccismo inizia ad attrarre i tre consiglieri grillini e, in pochi mesi, gli slogan da campagna elettorale lasciano il posto alla reciproca stima e alla collaborazione. Certificate, in perfetto stile Prima Repubblica, da qualche incarico.

Già a ottobre, cinque mesi dopo la disfida elettorale, Ricci assegna alla Frenquellucci, capogruppo 5 stelle in Consiglio comunale, la delega all’Università e a Pesaro Studi. Il sindaco commenta entusiasta: «Abbiamo avviato una collaborazione con i consiglieri del M5s su un tema ben preciso, ovvero provare a riaprire corsi universitari a Pesaro. È una sinergia importante, credo che possa diventare un laboratorio politico amministrativo nazionale. È per questo che insieme a Frenquellucci cominceremo a lavorare subito sul punto». Ricci è il primo sindaco dem a realizzare localmente una sinergia di questo tipo tra i due partiti governativi. Una mossa che ha come obiettivo la conquista della Regione: «Ci aspettiamo dal M5s un’opposizione collaborativa e costruttiva in Consiglio, ma questa è una collaborazione che farà bene alla città e allo sviluppo della politica italiana. Anche in vista delle elezioni regionali», spiegava il primo cittadino.

Passano meno di quattro mesi e, nel febbraio del 2020, la Frenquellucci entra direttamente in giunta come assessore all’Innovazione. Il trapianto conduce, però, a una crisi di rigetto e la donna viene cacciata dal Movimento. L’espulsa frigna sui social: «Non riesco a capire su che basi sia stata presa la decisione, anche perché il link che ho inviato con la mia memoria difensiva non è stato nemmeno aperto. In questi mesi abbiamo lavorato agli argomenti e portato a casa risultati per la città di Pesaro. Ho sempre pensato al bene comune, insieme agli altri consiglieri e agli attivisti che ci hanno seguito. L’atto politico è stato fatto nel momento in cui ho accettato la delega e ho iniziato questa collaborazione con la maggioranza. Non capisco quindi perché vengo espulsa, ho portato avanti valori e ideali del M5s». Il messaggio arriva a chi di dovere e il 23 giugno 2021 la Frenquellucci è ufficialmente riaccolta tra i grillini. Ricci applaude soddisfatto la retromarcia, esaltando la collaborazione con i grillini: «Siamo stati il primo Comune in Italia a fare un’operazione del genere, ma i processi politici in corso dimostrano che avevamo visto bene. In questo senso Pesaro è stata un laboratorio nazionale, ma nell’interesse della città perché la collaborazione sta funzionando benissimo. Bentornata nel tuo Movimento». Per questo la Frenquellucci è stata confermata assessore (a 4.347 euro al mese) anche dal successore di RicciAndrea Biancani, in una giunta fotocopia rispetto a quella dell’europarlamentare dem. E le sue deleghe sono state abbondantemente estese: oltre che della «città digitale» è stata chiamata a occuparsi di «attività economiche», «decoro urbano» oltre che dello «sviluppo» e della «promozione delle attività legate alla pesca».

La donna, così responsabilizzata, si è trasformata in una sorta di ufficiale di collegamento tra mondi diversi, pronta a spendersi per iniziative economiche e progetti a metà tra il pubblico e il privato. E alcuni esponenti 5 stelle considerati a lei vicini hanno iniziato a occupare posti e a ottenere incarichi.

Un Sistemino che al momento non si è visto contestare reati dalla Procura, ma che in piccolo ricorda l’occupazione dei dem.

Il progetto

Insieme Ricci e la Frenquellucci hanno gestito un importante progetto. Nel 2023 hanno annunciato in coppia la nascita della Casa delle tecnologie emergenti. Il primo cittadino spiegò: «Pesaro si è aggiudicata un bando da 11 milioni del ministero delle Imprese e del made in Italy per la realizzazione di un laboratorio tecnologico diffuso che coinvolgerà tutta la città».

La Cte, che ha come capofila il Comune di Pesaro, affiancato da alcuni atenei e da numerose aziende private, ha introdotto Wom Pesaro, (Worth one minute, vale un minuto), un sistema di cashback. Questa piattaforma digitale premia in forma anonima i comportamenti virtuosi dei cittadini (come andare al lavoro in bici, fare volontariato, studiare o partecipare ad attività culturali) assegnando dei «valori pubblici meritati», convertibili in sconti e vantaggi presso le attività commerciali che aderiscono all’iniziativa.

Il progetto è promosso sul territorio da un fedelissimo della FrenquellucciMauro Rossi, candidato consigliere comunale grillino alle amministrative del 2019 e del 2024, e confermato nel settembre del 2023 da Ricci come componente del cda di Ami spa (una «poltroncina» che garantisce un compenso da 11.160 euro annui), società che si occupa dei trasporti pubblici.

Rossi, per diversi mesi e in particolare durante la campagna elettorale per le amministrative del 2024, ha pubblicato sui propri canali social le varie adesioni dei commercianti alla rete del progetto Wom che avvenivano per merito suo.

Ma tra i militanti del Movimento qualcuno ha storto il naso: perché a coinvolgere i negozianti è Rossi che non ha incarichi all’interno dell’assessorato o della giunta? A che titolo lo fa? Ma non c’è solo l’attivismo di Rossi a suscitare perplessità. Crea qualche malumore anche la storia di un altro esponente del Movimento 5 stelle, il geometra Mattia Galeazzi, che fa parte del cda di una partecipata e ha ricevuto affidamenti diretti dal Municipio. Il professionista è stato candidato alle elezioni comunali del 2024 nella lista pentastellata e compare sul portale ufficiale dei grillini con tanto di curriculum e numero di tessera.

Galeazzi, che sul suo profilo Instagram si definisce «geometra con i piedi per terra e attivista a 5 stelle con la testa nel futuro, sempre dalla parte dei cittadini», il 24 aprile 2025 è stato nominato membro del consiglio di amministrazione della Fondazione Pesaro Nuovo cinema. L’incarico, che, per quanto prestigioso, prevede solo dei rimborsi spese, gli è stato affidato dal sindaco Biancani, lo stesso che guida la giunta-fotocopia di quella di Ricci. Una decisione che sembrerebbe essere stata presa in barba all’Autorità nazionale anticorruzione che, con un pronunciamento del 26 marzo 2025, aveva vietato all’amministrazione di fare nomine per tre mesi a causa dell’abbuffata di ruoli fatta dal vicesindaco e assessore alla Cultura Daniele Vimini, confermato anche presidente della fondazione Pescheria controllata al 100 per cento dal Comune.

Tre mesi dopo la nomina a consigliere di amministrazione, lo scorso 15 luglio, Galeazzi ha ricevuto pure un affidamento diretto da 4.402 euro dall’Ufficio Patrimonio del Comune (determinazione di spesa numero 1803/2025), per verificare la «conformità edilizia e catastale» dell’ex scuola elementare Manzi, plesso al centro di polemiche, e stimare il «valore dell’immobile ai fini dell’alienazione». Ma non c’è solo il caso di Galeazzi a suscitare perplessità. La segretaria pesarese di Fratelli d’Italia commenta: «Due candidati del Movimento 5 stelle di Pesaro, due uomini di fiducia dell’assessore Frenquellucci, dimostrano quanto i grillini a Pesaro siano stati completamente assorbiti nel sistema di Ricci e compagni». I tempi sono cambiati e la Realpolitik è diventata il tratto distintivo anche di Conte e dei suoi. Resta da capire se quanto sta emergendo nell’inchiesta Affidopoli (ieri anche il secondo indagato convocato dagli inquirenti, la responsabile dell’ufficio Attività economiche del Comune M.V., si è avvalsa della facoltà di non rispondere) sia digeribile da parte di una base che, spesso, ha dei dem la stessa considerazione che avevano i comunisti degli «yuppies» socialisti nei ruggenti anni ’80.

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Panorama

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