Mosca stringe con Pechino, Trump corteggia Xi: la nuova guerra fredda a tre potenze

  • Postato il 3 novembre 2025
  • Di Panorama
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Mosca ribadisce la sua vicinanza a Pechino. Il primo ministro russo, Mikhail Mishustin, si è recato a Hangzhou per incontrare l’omologo cinese, Li Qiang. Nell’occasione, secondo Ria Novosti, sono stati firmati vari accordi “nei settori degli investimenti, dell’energia, dei trasporti, dell’agricoltura e dei media”. In questo quadro, Mishustin ha affermato che le relazioni tra Mosca e Pechino sono “al livello più alto nella loro storia secolare e continuano a svilupparsi dinamicamente in tutti i settori, nonostante i vari ostacoli e le sanzioni occidentali illegali”. “Nonostante i nuovi rischi e le sfide esterne in questo processo, Cina e Russia si sostengono costantemente a vicenda, instaurano contatti e interazioni strategiche e si impegnano a superare congiuntamente le difficoltà”, ha dichiarato, dal canto suo, il premier cinese, per poi aggiungere: “Cina e Russia sono buoni vicini e partner affidabili che possono sempre fidarsi l’uno dell’altro”.

È abbastanza significativo che l’incontro tra Mishustin e Li sia avvenuto appena pochi giorni dopo il faccia a faccia, tenutosi in Corea del Sud, tra Donald Trump e Xi Jinping. Ricordiamo che Stati Uniti e Cina hanno recentemente raggiunto una tregua commerciale: Washington ha ridotto parzialmente i dazi e temporaneamente sospeso le tasse portuali speciali alle navi cinesi, mentre Pechino ha differito le restrizioni all’export di terre rare, promettendo inoltre di acquistare ingenti quantitativi di soia statunitense. Trump, durante il faccia a faccia con Xi, ha anche auspicato che quest’ultimo possa aiutarlo a porre fine al conflitto ucraino. Resta comunque il fatto che, al netto della tregua commerciale, i rapporti tra Washington e Pechino restino abbastanza tesi. Trump non ha revocato le restrizioni all’esportazione di materiale altamente tecnologico verso la Repubblica popolare. Inoltre, domenica, nel corso di un’intervista rilasciata alla Cbs, ha minacciato delle “conseguenze” qualora le forze di Pechino dovessero invadere Taiwan.

E’ in questo quadro che è avvenuta la visita si Mishustin in Cina. Non è escludibile che il Cremlino non abbia visto troppo di buon occhio il faccia a faccia della scorsa settimana tra Trump e Xi. Dal canto suo, il presidente americano punta ad allontanare Mosca e Pechino. Ha recentemente imposto sanzioni a Lukoil e Rosneft, impensierendo non solo il Cremlino ma anche la Repubblica popolare, che è il principale acquirente di petrolio russo. Dall’altra parte, domenica, l’inquilino della Casa Bianca ha però anche frenato sulla fornitura di missili Tomahawk all’Ucraina. Insomma, il rapporto triangolare tra Washington, Pechino e Mosca si sta facendo sempre più complesso. Vladimir Putin sta rafforzando i legami con il Dragone per controbilanciare il meeting tra Trump e Xi. Tuttavia è al contempo preoccupato dall’abbraccio soffocante con la Cina e spera di arginarlo, consolidando i suoi rapporti con quella Corea del Nord a cui il presidente cinese guarda con sospetto. Trump, dal canto suo, spera ancora di sganciare Mosca da Pechino a suon di opportunità commerciali per la Federazione russa, ma non esita a usare la leva delle sanzioni per mettere lo zar sotto pressione. E non è un caso che lo stesso presidente americano abbia di recente teso un ramoscello d’ulivo a Pyongyang: una mossa, questa, che va letta in funzione anticinese.

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Panorama

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