Mosca occupa Luhansk e prepara l’assalto a Sumy. Ma non pensa a negoziare

  • Postato il 1 luglio 2025
  • Esteri
  • Di Formiche
  • 1 Visualizzazioni

In queste ore il focus militare del conflitto in Ucraina si sta spostando verso nord, e in particolare verso l’oblast di Sumy. Le più recenti notizie dal fronte riferiscono di una concentrazione di circa 50mila effettivi russi (circa il triplo rispetto a quelli disponibili sul lato ucraino) nei pressi del capoluogo, che oramai è a sole dodici miglia di distanza dalle avanguardie dell’esercito moscovita, anche se nelle ultime settimane l’arrivo di alcune unità d’élite come rinforzo alle linee ucraine sembra aver permesso di rintuzzare gli attacchi russi e di riguadagnare piccole porzioni di terreno. L’offensiva su Sumy non arriva ex abrupto: è la naturale prosecuzione delle manovre condotte dall’esercito del Cremlino negli scorsi mesi per respingere le truppe ucraine al di fuori dell’oblast russo di Kursk, invaso con un’operazione lampo nell’agosto del 2024.

“La loro strategia principale” è quella di “sfiancarci con il loro numero”,  commenta per il Wall Street Journal il comandante supremo dell’esercito ucraino, il generale Oleksandr Syrskiy, il quale evidenzia come nell’ultimo anno la linea del fronte sia cresciuta di oltre 100 miglia, arrivando ad un’estensione attuale di oltre 750 miglia in un arco che si staglia da nord-est a sud, dove Mosca può capitalizzare il suo vantaggio numerico. Lungo questa linea i russi hanno sondato in diversi punti la consistenza delle difese ucraine, per poi spingere con forza dopo aver individuato posizioni più deboli, come avvenuto nel caso delle posizioni nei pressi di Sumy.

Un approccio lento e dispendioso, in termini di uomini e materiale, ma che porta ad un guadagno costante (seppur minimo) di territorio. Risale a poche ore fa l’annuncio rilasciato alla televisione di Stato russa da Leonid Pasechnik, capo della “Repubblica Popolare di Luhansk”, secondo cui le truppe di Mosca avrebbero ottenuto il controllo sul “100%” dell’oblast’ di Luhansk, che sarebbe il primo tra gli oblasti ucraini ad essere pienamente occupato dalla Russia.

Le intenzioni del Cremlino sembrano dunque quelle di voler continuare a combattere, anziché cercare una soluzione negoziale. Un’evidenza che anche il presidente statunitense Donald Trump, tra i più forti sostenitori del raggiungimento di una soluzione diplomatica al conflitto in Ucraina, non ha potuto trascurare. Parlando con i giornalisti nel contesto del summit dell’Alleanza Atlantica tenutosi all’Aja, l’inquilino della Casa Bianca ha definito il leader russo Vladimir Putin come l’attore “più difficile” da convincere per porre fine al conflitto iniziato nel febbraio del 2022, aggiungendo che avrebbe cercato di convincerlo a raggiungere in una conversazione diretta, senza però specificare quando tale conversazione avrebbe avuto luogo. Già negli scorsi mesi Trump si era impegnato in questo senso, ricevendo da parte russa quelle che non è difficile definire “risposte di comodo” atte a compiacerlo, portando però avanti un’agenda completamente opposta.

Per quanto riguarda Kyiv, sembra che ad ora l’obiettivo sia quello di organizzare un incontro diretto tra il presidente Volodymyr Zelensky e il presidente Putin, secondo quanto dichiarato dal Ministro della Difesa Rustem Umerov durante un briefing con la stampa lo scorso 26 giugno. “L’Ucraina è sempre stata coerente nel perseguire la pace”, ha dichiarato Umerov. “Abbiamo sostenuto l’iniziativa statunitense per un cessate il fuoco completo fin dall’inizio e abbiamo dimostrato il nostro impegno attraverso molteplici cicli di negoziati. Ma qualsiasi dialogo deve avvenire senza ultimatum e nel pieno rispetto della sovranità del nostro Paese”.

Autore
Formiche

Potrebbero anche piacerti