Mosca ha guadagnato 883 miliardi di euro dall’export di combustibili fossili: 209 miliardi arrivano da Stati Ue
- Postato il 6 giugno 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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L’Unione promette di eliminare totalmente le importazioni energetiche dalla Russia entro il 2027. Secondo un’analisi del think tank energetico Ember, però, le importazioni di gas russo in Ue sono aumentate del 18% nel 2024: “L’aumento è stato trainato dall’aumento delle importazioni in Italia, Repubblica Ceca e Francia”. Inoltre, “l’aumento delle importazioni di gas russo si è verificato nonostante la domanda non sia cresciuta nel 2024”. E con il mercato energetico globale compromesso dagli scismi finanziari causati dal conflitto russo-ucraino, i prezzi del gas in Ue, dopo anni di volatilità, nel 2024 sono aumentati del 59%.
Da febbraio 2022 nelle casse di Mosca sono entrati miliardi grazie all’esportazione di idrocarburi: la Russia – le cui entrate statali dipendono per oltre il 60% dalle esportazioni di petrolio e gas – ha guadagnato, nonostante le sanzioni imposte a pioggia dall’avvio del conflitto, più del triplo di quanto l’Ucraina abbia ricevuto in aiuti dei suoi partner. Lo ha dedotto dall’incrocio dei dati aggiornati a fine maggio scorso Crea – Centro ricerca energia e aria pulita: “I dati analizzati mostrano che gli alleati occidentali dell’Ucraina hanno pagato per gli idrocarburi alla Russia più di quanto abbiano dato all’Ucraina in aiuti”, nota la Bbc.
Negli ultimi tre anni, Mosca ha guadagnato 883 miliardi di euro dalle esportazioni di combustibili fossili: 209 miliardi sono stati pagati da Stati Ue. “Il gas russo continua a essere trasportato in Europa in quantità crescenti attraverso la Turchia: i dati Crea mostrano che il suo volume è aumentato del 26,77% tra gennaio e febbraio 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024” nota il media britannico.
Anche metà delle esportazioni di gas liquefatto finiscono in Ue. E non c’è solo l’energia diretta che la Russia continua ancora a esportare, ma anche quella raffinata in Paesi terzi, poi spedita in Occidente. “Lavanderie” di greggio russo, che viene diluito con carburante locale, sono state trovate in Turchia e India. Ma tutto è “perfettamente legale”, dicono gli analisti di Crea: “I Paesi sanzionatori sono disposti ad accettarlo, è una scappatoia”.
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