Morto Mario Primicerio, la storia della sua incredibile “missione di pace” in Vietnam con La Pira da Ho Chi Minh
- Postato il 30 maggio 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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A qualcuno qua e là in Italia e qua e là in Europa potrebbe far comodo prendere un po’ di appunti dalla storia di Mario Primicerio – professore, matematico d’avanguardia e di fama, ex sindaco di Firenze, morto oggi a 84 anni. Da qui, dalla piccola Italia, lui e Giorgio La Pira, suo predecessore a Palazzo Vecchio, piombarono al centro della Storia, in mezzo alla guerra che più di altre contribuì – per contrasto – alla sbocciatura del movimento pacifista. Andarono ad Hanoi, in Vietnam, furono ricevuti da Ho Chi Minh, per tentare una via di pace. Una missione che fu vista con disagio in Italia e fuori. Ma come: nel pieno della Guerra Fredda, nel mondo diviso in due, un sindaco democristiano, espressione del partito di maggioranza che esprime il capo del governo ed è garante dello schieramento del Paese al di qua della Cortina di Ferro che si intesta una trattativa faccia a faccia con un leader comunista che aveva conquistato il potere con una rivoluzione ed era alleato con il Cremlino? Al fianco di quella missione il “sindaco santo” aveva Mario Primicerio, uno dei suoi più stretti collaboratori.
Primicerio raccontò ad Avvenire che quell’incontro fu il risultato di “un paziente lavoro di approfondimento sui fatti e i documenti relativi al conflitto vietnamita, accompagnato da una fissa tessitura di rapporti con esponenti e leader politici a livello internazionale”. Così a Palazzo Vecchio arriva l’invito del presidente vietnamita. “Un invito – continuava Primicerio – che era stato invano sollecitato da personalità politiche di alto rango, come una delegazione di primi ministri dei paesi del Commonwealth britannico“. Il sindaco di Firenze, voce adamantina del pacifismo italiano, va in Vietnam e con lui c’è Primicerio, uno dei suoi più stretti collaboratori: incontrano Ho Chi Minh e il capo del governo Pham Van Dong. E’ l’11 novembre 1965: la guerra è iniziata dieci anni prima e non si concluderà che dieci anni dopo. Cosa ha in testa La Pira? Capire le condizioni alle quali il Vietnam sarebbe disposto a una trattativa per mettere fine alla guerra. “Gli Stati Uniti infatti affermavano di essere pronti a trattare – sottolinea Primicerio nell’intervista ad Avvenire del 2020 – ma che la cosa era resa impossibile dalla richiesta vietnamita di un preliminare ritiro di tutte le truppe americane presenti sul territorio”. Quindi La Pira parte da qui, in questa incredibile iniziativa corsara partita dalla Toscana: è possibile un negoziato anche con gli americani ancora presenti in Vietnam? Ci sono delle contropartite, certo: gli Usa devono impegnarsi a ritirare tutti i contingenti appena sarà chiaro che i vietnamiti possano scegliere liberamente il futuro istituzionale del loro Paese. I vertici vietnamiti, a sorpresa, accettano l’intera linea di ragionamento a patto che “questa loro disponibilità fosse comunicata all’amministrazione statunitense in via riservata e non pubblica” raccontò ancora il sindaco-professore. Tutto, però, salta: il St. Louis Post Dispatch ne fa un resoconto più o meno dettagliato, la storia diventa di pubblico dominio, i vietnamiti fanno la figura dei “deboli” disposti a trattare anche con il nemico sul proprio terreno. I negoziati, dunque, non cominciano nemmeno. Chi ha favorito la fuga di notizie è rimasto nell’ombra “ma – sottolineò Primicerio – è sicuro che ne profittarono i ‘falchi’ dell’amministrazione statunitense, cioè coloro che si illudevano che avrebbero potuto risolvere la situazione vincendo la guerra”. Alla fine della guerra in Vietnam i soldati stranieri uccisi supereranno la quota del milione.
Primicerio, l’allievo del “sindaco santo”, fece sua la lezione e la estese lungo i decenni: da sindaco di Firenze incontrò i colleghi israeliani e palestinesi (a Palazzo Vecchio ricevette anche Yasser Arafat) per tessere un filo di dialogo che si è fatto sempre più flebile fino alla catastrofe di queste settimane. E poi ancora l’impegno in America Latina e in altre zone del mondo. Nel 1984 aveva fondato il Forum per i problemi della pace e della guerra insieme a padre Ernesto Balducci: sacerdote pacifista, sostenitore del disarmo, esiliato dalla Chiesa, che amava confessare che la sua rottura con la Dc avvenne proprio ai tempi della guerra in Vietnam.
Primicerio – che ha fatto il sindaco di Firenze dal 1995 al 1999 – da laureato in fisica è stato docente e ricercatore in matematica. Negli anni è stato socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei, presidente dell’Industrial innovation through technological transfer e della Società italiana di matematica applicata e industriale. Ha fatto il professore visitatore ad Austin, Pechino, Helsinki, Minneapolis, Novosibirsk, Oxford, Parigi, San Carlos, Rosario, Tel Aviv. La lunga lezione pacifista del professore è arrivata fino ai giorni nostri: la sua firma era tra le mille che il mondo dell’associazionismo laico e cattolico di Firenze mise insieme tre mesi dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Un appello per chiedere pace, diplomazia e stop alle armi in Ucraina. “In un momento storico buio come quello che stiamo attraversando e segnato dai conflitti – dichiara la sua successora, la sindaca di Firenze Sara Funaro – mancherà ancora di più. E se Firenze è quella città capace di costruire legami, stimolare il confronto e il dialogo, accogliere e dimostrare solidarietà, lo dobbiamo moltissimo a Mario Primicerio”.
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